domenica 23 marzo 2014

IAA.

Bella questa.

Voglio approfittare di questo momento di relax quasi notturno, camomilla e televisione in sottofondo, per parlare di un piccola parte dell'underground italico che molto mi sta a cuore. 
Per piccola parte dell'Underground italico io intendo gli OvO.
Perché, vi starete domandando, questo qui parla di "piccola parte" e poi mi cita solo una microscopica realtà? Fondamentalmente perché, analizzando tutta la storia clinico - musicale del duo, ci si imbatte inevitabilmente in tantissime realtà della penisola (e non solo). Questo quindi potrebbe essere visto come un post molto ambizioso. In realtà è solo un piccolo spunto per poi partire con approfondimenti specifici.

Partiamo con i concetti basilari ovvero la bio degli OvO.
Occhio ragazzi, questo posto serve anche un po' a me per tirare le fila di tutto la mia visione delle cose e, perché no, imparare qualcosa. Per esempio la Bio degli OvO non l'ho mai approfondita con attenzione. Andiamo a scoprirla assieme.

OvO all'epoca di Cor Cordium

Gli OvO nascono all'incirca nel 2000, in una parte imprecisata d'Italia e sono formati da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Dal 2001 cominciano a pubblicare una serie numericamente molto importante di album, facendosi pian piano largo nel panorama Underground italico ma anche internazionale.
La discografia essenziale la potete ricavare da qualsiasi sito che tratta di musica, basta scrivere OvO su google. Io devo ammettere di aver cominciato a seguirli e apprezzarli un po' tardino, diciamo pure in concomitanza con l'uscita di Cor Cordium, il loro penultimo lavoro in studio.
Le primissime uscite, dominate dal caos, sono risalenti ai primi anni '00 e, lo scopro ora, sono tutti sotto Bar la Muerte, etichetta indipendente italiana fondata e guidata proprio da Dorella.
Ecco qui il concetto su cui volevo porre l'attenzione: già dalle prime righe si nota una trasversalità incredibile parlando degli OvO.
Bar la Muerte è stata, in realtà, un'etichetta discografica attiva dal '99 al '12. Il suo fondatore e principale gestore, Dorella appunto, ha deciso la sua chiusura credo, e spero, non tanto per motivi legati alle difficoltà del mondo della musica, quanto per sua impossibilità nella gestione, visti i suoi numerosi impegni come musicista.
Dorella fonda l'etichetta nel '99 appunto, dopo aver lasciato la band Wolfango, band dedita a post - punk piuttosto particolare, di matrice tutta italica, in cui militava come batterista. Approfondimento consigliato. La creazione dell'etichetta è dovuta sopratutto ad una sua volontà di approfondire gli aspetti di produzione e promozione.
Con Bar la Muerte pubblica una serie incredibile di dischi di successo: i Ronin seminale band post - rock - ambient italica in cui milita come chitarrista, i Fuzz Orchestra, che sicuramente tratterò la prossima volta che vado a sentirli, in cui milita il batterista degli Zeus!, gli Zeus! stessi dei quali Dorella, assieme ad altre etichette, pubblica l'esordio, ovviamente i primi lavori degli OvO e, tanto per chiudere un po' il quadro, anche i Nadja, duo canadese dedito a sonorità vicine al Doom e al Post Metal.
Di tutti questi bei gruppi io consiglio ovviamente l'ascolto. Considerate ovviamente che l'etichetta è chiusa ormai da due anni ma, fortunatamente, è ancora possibile acquistare alcuni pezzi rimasti nel catalogo online, facilmente reperibile qui.

Sempre parlando della vita artistica di Dorella non possiamo fare un quadro delle sue collaborazioni più importanti: oltre a far parte degli OvO appunto, oltre ad aver formato l'etichetta Underground Bar la Muerte, oltre ad aver militato in Bugo e Wolfango e far parte attualmente dei Ronin, il nostro è parte integrante dei Bachi da Pietra. Proprio così, i Bachi. Ne abbiamo già parlato nel posto dedicato alla Tempesta al Rivolta. Ne abbiamo parlato ovviamente benissimo.
Quindi è abbastanza evidente, ormai, come la vita artistica degli OvO (in realtà per ora del solo Dorella), sia legata saldamente a tutta una serie di altre realtà musicali italiche (e non).

Per quanto riguarda Stefania Pedretti, al contrario di Stefano, ho avuto le mie difficoltà nel richiamare alla mente le informazioni (che non c'erano neanche). Mi sono quindi affidato all'internet. Ho scoperto che, oltre ad avere un progetto sperimentale solita, Alos, prima di far parte del duo OvO, ha militato in una formazione, credo tutta al femminile, chiamata Allun, band dalla forte carica sperimentale, nella quale già si sentono i primi echi di OvO. Stefania nella sua precedente formazione suona la chitarra e canta.


Non è molto difficile, confrontando il progetto presente e passato, riconoscere una continuità molto evidente. In realtà negli OvO Stefania, in qualche modo, osa di più, sia dal punto di vista vocale che strumentale. Niente di male, sono solo due cose diverse. Consigliate ovviamente, così come sono consigliate TUTTE le band italiane '80 '90 '00 TUTTE al femminile di cui magari, un giorno, faremo una bella analisi (Agatha in primis).
Per Stefania in realtà il discorso si chiude qui, con amarezza, non lo nego. Purtroppo non ho trovato molte info ma prometto, approfondirò la questione.

[...] ma torniamo a parlare di OvO praticamente dopo due mesi di silenzio da tastiera [...]
Vi informo che in questo lasso di tempo ho accumulato talmente tante cose da scrivere che chiuderò questo post con estrema rapidità e mi concentrerò su qualcosa di più stimolante.

Bene, dopo aver superficialmente approfondito l'esperienza musicale dei singoli componenti, parliamo veramente e decisamente di OvO. Che cazzo fanno? La musica degli OvO viene etichettata da loro stessi come "Minimal Extreme Metal", definizione tratta direttamente dalla loro pagina Facebook. Secondo il mio particolare gusto musicale, li definirei più come "Extreme Minimal Grind Noise Metal", anche senza metal in realtà.  Questo perché il rituale di depravazione e violenza sonora che portano sul palco e su disco è così annichilente, così destrutturante e così trasversale, che solo una definizione del genere può descriverli completamente.
Io faccio atto di penitenza nell'affermare che, degli OvO, conosco davvero bene solo gli ultimi due album, posto che le prime produzioni sono davvero Avant, anche per il mio gusto.
Di fatto in questo ultimo pezzo di post verrà dedicato più o meno interamente a "Cor Cordium", più in particolare a "Abisso" e, ovviamente, alla loro magnifica attività live.

"Cor Cordium" è il penultimo disco del combo, un Full Lenght in particolare.
Il disco è formato da 10 componimenti, 10 ballate elettriche, alle volte psichedeliche, alle volte oscure e sfuggenti, il più delle volte dirette, distorte, urlate, sofferte. Emblematico il singolo, "Marie" in cui Stefania mostra davvero gli artigli, lacera la carne, distrugge l'ascoltatore. Provare per credere.
Le restanti composizioni sono tutte sulla stessa linea, anche se sono presenti alcuni brani che superano i 7 minuti di durata e affondano le radici in malati vortici mid tempo di matrice doom. Diciamo che Cor Cordium è, in definitiva, IL disco conclusivo della carriera (al tempo) decennale degli OvO, ne più ne meno. Questo "tirare le somme" è fondamentale per capire la successiva evoluzione.

Occhio signori che l'art - work credo proprio sia Malleus.
Ne parleremo spero.

Nel tour di presentazione di "Cor Cordium" (e di fatto anche fino all'arrivo di "Abisso", quando li ho visti da vivo) gli OvO si presentavano mascherati, lei con una semplice mascherina da carnevale ma abbigliata in modo succinto ed eccentrico, lui con una maschera da lottatore (la foto sopra). La performance era istintiva, PRIMITIVA quasi. Ricordiamo che Dorella suona in piedi senza cassa e Stefania alterna al basso la chitarra, sempre con la stessa micidiale voce e la stessa micidiale resa sonora.  Delle macchine di distruzione, prive di logica, fatte solo di istinto e violenza. La cosa mi ha sempre affascinato. Quando li ho visti dal vivo è stata un'esperienza di delirio collettivo non indifferente, che ha POLVERIZZATO tutta il presunto fascino dei lavori in studio: GLI OvO DEVI VEDERLI DAL VIVO. e basta.

COMPLETAMENTE DIVERSO IL DISCORSO PER "ABISSO". No dai scherzo, non proprio COMPLETAMENTE diverso ma di sicuro un pochino.
Perché diverso? Se uno ascolta abisso dice: oh vabbè dai sembra uguale a quello prima, ci sono le chitarre distorte, la batteria che batte, il basso che fa il male e lei che urla parole a caso". Questa è decisamente una bella analisi, non c'è che dire, forse però è un po' superficiale. Quello che cambia rispetto al disco precedente è la diversa attitudine degli OvO nei confronti di loro stessi e della loro musica. Come se dicessero: "ok, abbiamo fatto la nostra carriera suonando come dei pazzi cavernicoli e facendo esplodere la testa delle persone, adesso? Adesso continuano a farlo ma lo facciamo con molta più maturità, forse anche consapevolezza". Questo è un discorso ipotetico ma che, pensandoci bene, si concretizza molto facilmente in alcuni aspetti del disco:
- La produzione e i suoni sono affidati all'ormai conosciutissimo Giulio "Ragno" Favero, bassista del TDO, Ex - Batterista nei Putiferio, Ex - Chitarra nei One Dimensional Man e, ovviamente, tecnico del suono e studio manager di consolidata fama (decisamente meritata direi). Il lavoro che Favero conduce all'interno di questo disco non è di CONDUZIONE, né di INVASIONE degli spazi del gruppo. Quello che opera in "Abisso" è un processo da una parte di modernizzazione delle sonorità, dall'altra di cristallizzazione di quella patina istintivamente Lo - Fi che caratterizza gli OvO. Non è invadente, Favero, fa solamente il suo lavoro, tremendamente bene.
- L'altra cosa fondamentale, in questo disco, è la ricerca del suono. Un esempio per tutti è la collaborazione con Rico degli Uochi Toki. Per chi non conoscesse gli Uochi Toki credo sia necessario un rapido ascolto di una produzione a caso. Rico, nel duo grind avant noise rap è QUELLO CHE FA I SUONI. Le basi, i suoni, i rumori che produce hanno evidentemente affascinato gli OvO, spingendoli così a arruolarlo come campionatore (la riproduzione live è comunque affidata alla batteria elettronica di  Dorella). Questo aspetto "elettronico" deve far riflettere moltissimo sull'evoluzione ENORME attuata dagli OvO.
- Anche l'aspetto dal vivo è molto variato: se prima avevamo primitiva violenza ora abbiamo oscura e sottile follia, gli abiti sono rigorosamente neri, accompagnati da scritte e linee tribali, oscuri simboli, abiti da cerimonia.

Nonostante queste tre piccole chicche di pura "modernità" e evoluzione, la base su cui Abisso si struttura è la base OvO per antonomasia: istintiva violenza che ti fa esplodere il cervello. Il fatto che la produzione di splendida e ci siano stralci di puro caos analogico non cambia molto il quadro finale, al massimo lo migliora (e anche di molto).

Abisso.

Purtroppo non ho ancora avuto il piacere e l'onore di sentire gli OvO dal vivo nel tour di presentazione di "Abisso" ma mi sto ancora mangiando le mani per una data persa a Graz assieme ai Mombu.
Per quanto concerne l'attività live ne abbiamo in parte già parlato. Più che farvi un live report del loro concerto al Cas'aupa (credo 2012 o inizio 2013) vi riporto integralmente (in inglese che fa più figo) la loro personale descrizione su Facebook (ve la metto pure in corsivo).

"Close your eyes. You may think Satan is singing. Open them: you’ll a small masked woman, with dreadlocks down the her ankles, and without vocal effects. Close your eyes again: you’ll think of a heavy metal double kick drum set. Open them again: a gigantic, wrestling masked man is torturino a floor tom, a snare and a cymbal, standing up, no kick. Two people, half gear, enough to bring Hell. This is OvO."


OvO

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