lunedì 24 marzo 2014

Guidatore di Ixat.

Per uno che mi conosce almeno un pochettino sarà facile decifrare l'intricatissimo messaggio in codice contenuto nel titolo. Niente di più complicato: "Taxi Driver Records", etichetta incredibilmente valida di Genova della quale adesso andiamo a raccontare qualcosina!.

Perderlatesta.

Tutto comincia qualche tempo fa, il luogo della vicenda è camera mia, il cosa della vicenda è Rumore. Una buona parte delle scoperte musicali che faccio vengono in realtà filtrate dall'interfaccia "Rumore". Questo è contemporaneamente un limite e una grande potenzialità. Per fortuna ho altri canali di comunicazione con i quale poter coprire quello che la rivista non copre. 
Tanto per essere chiari e anticiparvi praticamente qualunque cosa, vi posto direttamente la foto dell'articolo (recensione per meglio dire) incriminato.

Come si può vedere la foto è stata modificata
con un filtro simil vintage e aggiunta di bordino retrò.

Eccoci qua dunque: io apro rumore e, sfogliandolo arrivo alla parte delle recensioni relative all'ambiente metal-e-affini (ormai solo un trafiletto). L'occhio NON può NON cadermi sulla recensione dei MOPE, targati taxi driver appunto, con voto 9/10. Allora, il voto 9/10 non è così comune neanche su rumore quindi una domandina me la sono anche fatta. Perché Rumore, che è una rivista della quale tutto sommato mi fido abbastanza, affida un voto così alto e al contempo impegnativo all'album di debutto di questi fantomatici MOPE? Potrei darvi subito la risposta. La risposta è: perché sono delle bombe. C'è poco da fare, i MOPE sono delle bombe atomiche. Questo lo dice Rumore, ok, ma lo dico anche io, ve lo assicuro.
Allora definiamo un pochino tutte le coordinate.
Prima cosa, i MOPE.

Dei MOPE si conosce abbastanza poco in realtà. Le notizie trapelano sopratutto attraverso sporadici spiragli mediatici (vedi Rumore), oppure molto più frequente attraverso il portale facebook / bandcamp / altro, del "Taxi Driver Records". E' proprio qui che sono andato a ricercarmi le informazioni. 
I MOPE sono: Fabio Cuomo alla batteria, Stefano Parodi al Basso (Vanessa Van Basten), Jessica Rassi alla Guitarra (Giant's Lab) e la mastodontica Sara Twinn al Saxophone (Folagra). Del monolitico Fabio Cuomo ho volutamente cancellato il progetto parallelo per non mettere troppa carne al fuoco. Comunque! Come potete vedere tutti questi soggetti di comprovata bravura hanno dei progetti paralleli sia musicali (Vanessa per esempio), chi squisitamente artistici (Giant's Lab).
Per farvi capire che musica fanno i MOPE cerco di evocare in voi delle immagini: immaginate i più oscuri suonatori dark jazz (roba da Mount Fuji per capirci) che fanno una jam sul bordo estremo del mondo assieme non tanto ai Sunn O))) che cita rumore, bensì a qualcosa di più definito, non lo so, magari gli Ufomammuth più astrali. Ecco, questi sono i MOPE. Roba da esplosione immediata di cervello. Roba da 10/10, altro che 9/10.
In realtà Rumore ha anche ragione, ascoltando il disco interamente c'è qualcosa nella produzione che non mi convince proprio del tutto: alcune parti non sembrano mixate adeguatamente bene e, alle volte, la tensione evocata dalla musica sfuma semplicemente per questi piccoli errori. Sì, ok, sono pur sempre errorini che cambiano il voto di UN misero punto, comunque alla soglia dell'eccellenza. Ad ogni modo il materiale c'è, probabilmente con una produzione migliore avrebbero acquisito quel minimo tocco in più. Perfetti comunque.

Ecco i MOPE.

Perchè stiamo parlando dei MOPE? In realtà stiamo parlando di loro perché fulcro catalizzatore di un movimento neuronale avvenuto nel sottoscritto.
La prima parte del movimento l'abbiamo descritta all'inizio del post: io leggo Rumore e scopro i MOPE. Abbiamo anche descritto i MOPE. Ora il secondo passaggio è fare un passetto in più: dopo l'epifania dei MOPE mi sono chiesto perché questa "Taxi Driver Records" mi suonasse così familiare. La risposta è ubicata nelle prossime righe.

Allora, la Taxi Driver Records è una FIGHISSIMA etichetta discografica dell'underground italico situata a GENOVA. Devo dire che Genova è una città che mi affascina moltissimo, pur non essendoci mai stato. La TDR è un'etichetta specializzata in musica estrema a 360°: Crust, HC, Black metal, Stoner, Doom in particolare. Se siete amanti dei piccoli fornitori di dischi indipendenti date un'occhiata al sito "shop" perché possiede anche un fornitissimo Distro con alcuni pezzi davvero speciali.
Ad ogni modo, oltre a rifornire amanti di dischi della loro personale droga, la TDR produce una serie di perle davvero preziose nell'underground. Pensate che, nell'ormai lontano 2011 o 2012 al massimo, quando ancora a Codroipo esisteva lo Shack Club, avevo avuto (per pochissimo tempo causa ancora debole voglia di muovermi per sentire la musica) l'idea di recarmi a visionare il concerto di questi Stoneroni con la Barbona chiamati Ghandhi's Gunn.
Tanto per darvi un'idea, i Ghandhi's Gunn ora si chiamano ISAAK (come la canzone dei Baroness) e sono, per fortuna, rimasti Stoneroni con la Barbona (forse ancora di più). Questi ISAAK fanno il classico stoner mistico desertico, intro con il riverbero a mille e poi si spacca tutto, con qualche feedback qua e là. Così può sembrare un po' stupidina come descrizione ma vi assicuro che gli danno tantissimo. Provare per credere.
E allora che cazzo ci azzeccano gli ISAAK con tutto il discorso prima: semplice, sono anche loro di Genova e sono anche loro prodotti (in parte) dalla TDR (dovrebbe addirittura essere gestito da uno di loro ma non sono sicuro).

L'ho messo grande perché è una bomba di artwork.
Se non sbaglio è un lavoro di SoloMacello.

Diciamo che il quadro comincia a chiudersi.

Allora facendo il punto della situazione: abbiamo descritto l'inizio della vicenda, abbiamo descritto i MOPE, abbiamo descritto la TDR che io conoscevo però già attraverso i Ghandi's Gunn (ora ISAAK) che abbiamo prontamente descritto.

L'ultimo tassello della storia è sicuramente quello più importante, perché mi coinvolge direttamente come spettatore.
Verso la fine dell'anno scorso (2013) o giù di lì comunque, è uscito, sempre per TDR (ma all'epoca non me ne sono nemmeno accorto) un disco che ha letteralmente distrutto la critica, tanto era incommensurabilmente bello: EREMITE - DRAGONARIUS.
Allora, parlandoci proprio chiaro, se dovessi fare una brevissima recensione di questo disco, non ce la farei, davvero. È TROPPO BELLISSIMO.  Ma è proprio oltre l'immaginario della bellezza: trascende. Ora, vi ricordate che avevo cancellato il progetto parallelo di Fabio Cuomo, batterista dei MOPE? Adesso dovrebbe essere abbastanza facile capire il perché. Fabio Cuomo È gli EREMITE. Fa tutto lui, suona batteria chitarra basso e pure canta, facendo tutto terribilmente bene. Diciamo che è una persona dalle molte doti.
Orbene, facendo un grandissimo mea culpa devo assolutamente confessare che, oltre ad essere rimasto estasiato per qualche giorno e ad aver ascoltato una o due volte Dragonarius, non ho approfondito molto e, dopo poco tempo, mi sono dedicato ad altro. Questa è una mia colpa. Per fortuna il fato, che questa volta mi ha sorriso moltissimo, ha fatto sì che, nella serata del 15 marzo (più o meno una settimana fa) programmata al Cas'aupa con un validissimo gruppo Noise Rock (Bad apple sons), qualche genio chiamasse GLI EREMITE che erano in Day off dalle parti del Veneto. Quando ho letto, sulla pagina Facebook dell'evento, che gli EREMITE avrebbe suonato A CASO al cas'aupa, devo essere (s)venuto più volte. Dopotutto, pur non avendoli di fatto ascoltati con tantissima attenzione, ho comunque apprezzato moltissimo il disco ed ero chiaramente consapevole dell'impatto live di una band del genere.
Dopo aver organizzato tutto all'ultimo parto per Udine, mi concedo un concerto precedente di alcuni miei cari amici, I FLUM (validissimi, cercateli su bandcamp: flum - burning scenario ep) e poi, dopo aver filtrato un mare di birra mi sparo al Cas'aupa.

Ok, c'era poca gente (non c'era nessuno) ma chissene incula, ho già manifestato il mio dispiacere in altre sedi. Il concerto decolla dopo un po'. I tre si posizionano (e sì, dal vivo non può suonare tutto lui) e, aspettandomi il solito feedback iniziale, mi accomodo sui divanetti per diluire un po' la stanchezza e la mina. Niente di più sbagliato, altro che feedback, partono con un riff di batteria macina ossa su cui si inserisce il basso (SUONATO DA UNA DONNA) leviga faccia. Apoteosi. Tutto il concerto l'ho passato digrignando i denti per non far uscire il cervello della bocca. Ho detto tutto. Quando, nel mezzo del riff black per antonomasia con doppia cassa e tremolo picking Fabio spara un 7/8 stoppato sul crash sono talmente incredulo che mi metto a ridere da solo. IMPOSSIBILE.
Più di così non saprei come descrivere un'esperienza del genere. Ah sì, sappiate che gli EREMITE fanno un validissimo miscuglio fra Black Metal Doom e Sludge. Provare per credere.

L'ultimissima parte della storia è solo una divertente appendice. Dopo aver ascoltato anche i Bad Apple Sons (che gli hanno dato ma io ero troppo preso dal ricordo degli Eremite), torno su al piano di sopra per comprare una maglia e un disco. Fatto l'affare mi congedo e mi preparo al rientro, gongolando sui miei nuovi acquisti. Prima di andare via saluto il deux ex machina della serata (quello che ha chiamato gli EREMITE) e, consapevole della sua sconfinata cultura musicale gli ricordo dell'esistenza dei MOPE (che qualche giorno avevo appunto letto su Rumore). Lui mi fa gentilmente notare che gli EREMITE hanno con loro alcuni dischi dei MOPE. FUORI DI ME vado nuovamente a rompergli il cazzo per un disco dei MOPE e loro, stupiti dalla mia richiesta, mi chiedono che tipo di associazione neuronale io abbia fatto per fare una domanda del genere. Io biascico qualcosa sulla TDR e per tutta risposta, il Buono e Monolitico Fabio Cuomo mi fa gentilmente notare che anche lui suona nei MOPE.

TUTTO IL CERCHIO È COMPLETO.

E poi uno non deve essere contento.

Me ne vado a casa in bici, storto ma felice.

Colonna Sonora:
Tutto il debutto dei MOPE
Eremite - Dragonarius
BeeHoover - Pain Power
Dead Rider - Touchy (praticamente a ripetizione)

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