domenica 25 gennaio 2015

Napalm Death - Apex Predator


Ma cosa dovrebbe essere Easy Meat? Un sottotitolo? Vabbè. Se i Napalm Death necessitano presentazioni evidentemente vi siete persi qualcosa per strada. Sono un band della GB dedita un particolarmente letale ed apprezzato tipo di Grind. In pratica rapidi - aggressivi - killer. Nella loro carriera però hanno sempre cercato di inserire elementi di particolare spessore, come soluzioni ritmiche variate e non scontate, testi "illuminati" e un'attitudine politico - diy apprezzabile ma mai invadente. 
Tutto questo gli ha permesso di essere fra i gruppi più apprezzati del proprio genere (a conti fatti sono un po' più digeribili del resto del panorama grind proprio per le loro cangianti caratteristiche musicali) senza contare che sono stati parte attiva nella loro formazione (Scum è del '87 per dire). 

A proposito di Scum. Per buttare giù queste due righe mi sono ovviamente andato a risentire quel famoso quanto (giustamente) osannato disco.
C'è qualcosa di malato e incredibilmente affascinante nella musica dei Napalm. Nel senso che non sono un gruppo qualsiasi. Pardon, non sono un gruppo Grind qualsiasi. Chiaro, per fare una musica del genere devi avere le palle esagonali, e pure di amianto, però sta di fatto che la scena grind non è che stia proprio morendo. 
Quindi cosa rende (a parte l'aderenza al genere) i ND un gruppo Grind figo? Prendete una canzone come Scum. La canzone omonima. Mi basta l'incipit. Quella grezzità, quel marcio infinito steso sopra tutti gli strumenti. Volutamente o meno, il gruppo, attraverso questo tipo di attitudine DISTRUTTIVA ha generato IL DISCO grind per antonomasia, il disco a cui pensi quando ti dicono "Ahhh ma grind intendi!" esatto proprio quello lì. Non c'è creazione in un'opera del genere. I Napalm non vogliono che tu esca dall'esperienza rafforzato, diverso, interiorizzato, arricchito, vogliono solo, e giustamente, spaccarti la faccia. Canzoni da una manciata di secondi capaci di radere al suolo qualsiasi cosa, sommergendo tutto con una cacofonia impenetrabile ma allo stesso tempo terribilmente chirurgica. 

Ma la domanda sorge spontanea (forse). Che fine avrebbero fatto i ND se avessero continuato a fare esattamente la stessa cosa che hanno fatto in Scum per il resto della loro carriera? Sarebbero scomparsi ovviamente. Questo si spiega nella sindrome del "gruppo di riferimento". Quando un gruppo musicale crea qualcosa di nuovo automaticamente, dei ragazzini di 16 pongono sulla loro pagine facebook, fra le influenze, il nome di quel gruppo. Dopo un po' di tempo i ragazzini cominciano a fare una musica che è un costrutto dei loro ascolti, fra cui anche quel gruppo in particolare. Nel frattempo anche il gruppo è andato avanti. Se andando avanti non si rinnova, o meglio non riesce a reinterpretare il proprio suono sotto nuovi punti di vista (non significa necessariamente cambiare genere musicale o fare un disco completamente diverso dall'altro) i 16enni (che ora sono 20enni) semplicemente lo sommergono con la loro musica nuova e lui scompare. Se invece riesce a sbloccare una serie di meccanismi (di cui si può solo parlare contestualizzando per singolo caso) e a rinnovarsi costantemente, sopravvive e viene ricordato nei secoli dei secoli 

NON SOLO COME SEMINALE ICONA DEL GENERE SINO COME MACCHINA DI MORTE

Secondo me i Napalm hanno fatto una carriera sempre al 100% e non lo dico solo in senso di produzione musicale (scivoloni CLAMOROSI non ce ne sono stati in realtà) ma anche con radicale appartenenza al genere e all'attitudine che traspare, come un treno che ti si schianta in faccia, da Scum (You suffer è un condensato rappresentativo anche se inflazionato) e anche dalla copertina di Apex Predator. Questo li fa rende un gruppo perfetto per la frase di cui sopra. 

A me Apex Predator è piaciuto. Mi è piaciuto anche molto. Probabilmente l'assuefazione ad un mondo fatto di registrazioni HI FI e stronzate del genere me lo ha sopravvalutato però effettivamente le idee che in esso sono contenute sono valide. Non mi sentieri di dire che è un rimescolare la stessa minestra per l'ennesima volta dai. 

Apex Predator è esattamente quello che riporta la sua splendida copertina. Un massacro, inscatolato, incelofanato e fatto girare su un giradischi. Probabilmente sventrare una persona, porre le interiora sul piatto e cercare di far andare la puntina equivale più o meno al mismo risultato. L'unica differenza è che, invece che usare una motosega arrugginita, o un machete arrugginito, i nostri usano un moderno strumento di morte in acciaio inossidabile. 
La produzione è impeccabile, non c'è sporco o rumore di fondo. 

VIOLENZA ASETTICA

E questa forse si rivela il punto debole del lavoro, troppa perfezione. Sbagliare il taglio e strappare un pezzo di carne invece che sezionarlo accuratamente, forse avrebbe destato più entusiasmo. 
OVVIAMENTE questo piccolo neo apre a una considerazione più che positiva: mancanza di immediatezza compensata da un'intelligenza compositiva decisamente superiore palesata in soluzioni melodiche fuse assieme magnificamente e in una voce che sembra, senza dubbio alcuno

QUELLA DEL SIGNORE DEL MALE, SATANA

Ma si, davvero, senza scherzi. La parte ritmica è un carro armato, impeccabile e a tratti davvero geometrica, complessa e mai banale. 
La voce, per conto suo, meriterebbe un anno di recensione. Nel corso del tempo si è evoluta da bipolare a esquizofrenica con un risultato impressionate. Non c'è continuità o calma. Non puoi prevedere quale sarà il tono del prossimo decimo di secondo, ti massacra dalla prima all'ultima canzone. Dissonanze, frenesia, stacchi da urlo. 
Si, effettivamente esquizofrenico è un aggettivo utile per descrivere questo disco. Non ha alcun continum logico, non lo puoi associare a un'inferenza oggettiva per poterlo confutare o tanto meno per confermarne la tesi. La voce che ti parla nella testa, ecco cos'è questo disco. Anzi, la voce che ti urla nella testa. Un'allucinazione crudele. Niente antispicotici atipici. 


Nessun commento:

Posta un commento