domenica 27 aprile 2014

Vinile 1.

Mi piacerebbe davvero, con questo post, iniziare una buona abitudine. Avete presente Antony Fantano, l'uomo dietro a theneedledrop? Ecco, lui, che possiede una quantità assurda di vinili fighissimi, ogni settimana (credo) pubblica un carinissimo video in cui descrive la sua collezione di Vinili. Anche io vorrei fare una cosa del genere, festeggiando con l'inizio di questa sequenza di post il raggiungimento dei 60 vinili.
Ovvio che la mia collezione è sopratutto composta da dischi di cui ho già parlato perché, fondamentalmente, sono quello che compro ai concerti. Ci sono anche delle cose carine, ok, ma non aspettatevi il male duro. Sono sicuro sarà un fallimento.
Prima però, una cosa priva di senso.

Avete notato come una volta le immagini
provenivano da .blogspot mentre ora
sempre da .tumblr?

Adesso mi alzerò e andrò a scegliere i n dischi di cui parlare oggi. Preparatevi, sarà una scelta incredibile.
Sono tornato: ho scelto i 5 (eh sì alla fine sono 5) dischi di cui vi parlerò oggi direttamente dall'armadio dell'impianto. Con sommo stupore ho scoperto che questo genere di attività mi fa ritrovare piccole perle che non sapevo nemmeno di possedere.


Il primo disco che analizziamo è un circa un classicone: Dire Straits - Communiqué. Questo è stato il PRIMO disco da me comprato in assoluto. Non regalato, non trovato ma COMPRATO. Chiaro, ne ho altri che ho progressivamente ereditato o che mi sono stati regalati ma questo è proprio il PRIMO comprato. Un bel pezzo di storia. Comunque, giusto per dire due parole sul disco in sè, Communiqué è il classico album bello ma assolutamente sottovalutato. Quando pensi ai Dire Straits, oltre che pensare a le super figate che il buon Mark faceva con la sua chitarrina non pensi ai grandi singoli, Romeo and Juliet, Telegraph Road, SULTANS OF SWING. Communiqué secondo me è stato un po' schiacciato (assieme ad altri dischi chiaro) dalla mole dei brani e degli album che lo hanno seguito e preceduto e che sono entrati nell'immaginario collettivo. Il disco è comunque assolutamente valido, ho dentro delle perle di valore assoluto come "Once upon a time in west", "Lady writer", "Follow me Home" e la stessa "Communiqué". Qualcuno più bravo di me leggere questo un giorno e dira o che Communiqué è un disco di merda oppure che non è affatto sottovalutato. A me comunque suona esattamente quello che ho scritto.


Questo secondo disco non è assolutamente un classicone. Avete presente i Soviet Soviet? No? In realtà non conoscerli non è un crimine ma non è neanche un bellissima cosa. Diciamo che sono italiani e hanno un sacco di fortuna fuori dall'Italia (come sempre? non credo). Questo disco è stato da me acquistato dopo la loro esibizione a Udine, qualche tempo fa (credo fine estate). Bravi sul palco, trio chitarra basso batteria. Per capire cosa fanno leggete qui: Joy Division MA, moooooooolto più riverbero, più pieni e rapidi, voce nasale. Diciamo che i Soviet hanno avuto (giustamente (?)) un sacco di successo fuori dall'Italia in un periodo a cavallo fra questo e l'anno scorso, sopratutto dovuto a un particolare interesse da parte della Bibbia Pitchfork che, volente o nolente, influenza moltissimo il mercato indie e le varie opinioni. La mia? Sono bravi, l'unica cosa che sono uno dei tanti gruppi bravi che suonano tutti più o meno la stessa cosa, forse un pochino sopra la media ma il concetto è quello.


Neanche il terzo disco di cui parliamo è un classicone ma è uno dei disco a cui sono più affezionato. Ci sono un sacco di motivi per cui dico questo. Innanzitutto è un bellissimo disco, kraut, psichedelia, heavy, stoner, un po' di tutto. In secondo luogo ho comprato questo disco al PietraSonica, dopo aver visto proprio il gruppo in questione. Il PietraSonica è una manifestazione (di cui parleremo quest'estate) di musica psichedelica, stoner e kraut che si tiene in Friuli. Ebbeno l'anno scorso ho suonato anch'io con il mio gruppo (apice della nostra carriera) e quindi questo disco mi ricorda anche quell'esperienza. In realtà l'unica cosa che posso dire riguarda a Echo Forever dei Radar Man From the Moon è vivamente consigliarvene l'ascolto e rimandarvi alla loro pagina bandcamp (ovvero asdjfhlarnjclkajbvha) dove potete trovare tutte le cosine da ascoltare.


Questo quarto disco è un disco particolare. È uno split fra i seminali Fire! e un altro tipo di cui adesso non ricordo né il nome né il ruolo. I Fire! li ho visti dal vivo a Tarcento Jazz alla fine della scorsa estate, molto validi invero. La musica è un fumoso jazz (basso batteria e enorme sax baritono) oscuro condito da droni fluttuanti. Consigliato l'ascolto rilassato.


L'ultimo disco (l'ho lasciato ultimo apposta) è sì un classicone di ghisa. Non serve neanche dire nome e titolo perché si presenta da solo. Comprato in Germania eoni fa lo sto riascoltando proprio adesso con sommo godimento (era davvero tanto che non l'ascoltavo). Possiede una carica e una violenza davvero impressionante. Crossover allo stato puro. 
Se come me questo ritrovamento vi ha messo voglia di ascoltarlo, non abbiate timore, fatelo. 

Nessun commento:

Posta un commento