domenica 3 marzo 2019

no se.


Non lo so. ma proprio zero. Non so che cosa fare. Ho un milione di possibilità davanti a me, cose brutte all'interno di quelle belle, cose belle all'interno di cose brutte. Un'impossibile valutazione costi benefici che conduce sempre, inevitabilmente, ad un punto morto. 
E mi sono appena reso conto che scriverne su questo blog non sta avendo il salvifico effetto terapeutico che mi aspettavo. Mi rimetto a scrivere coadiuvato da K-Punk, la raccolta di scritti di Mark Fisher, e anche nome del suo blog personale, riguardanti tutto, politica, film, serie televisive, cultura ecc... Mark Fisher si è poi suicidato, lasciandoci in questa realtà meschina. Ha scritto 3 libri, fra cui "Realismo Capitalista", un testo che ha sicuramente influenzato la visione che ho delle cose. Non ha completato un libro che sarebbe stato sicuramente totale, chiamato "Acid Communism", il cui contenuto avrebbe dovuto orientarsi verso quelle esperienze epifaniche oblique e spettrali tipiche delle avanguardie comuniste. Una cosa che, basta guardarsi attorno per capirlo, non esiste nella realtà capitalista moderna. Avrebbe dovuto essere un inno al reinventare il futuro, la capacità di immaginare il futuro, di esagerare, come facevano gli scrittori di fantascienza russi che vedevano astronavi, pianeti, viaggi temporali. Tutto questo c'entra molto con quanto sto vivendo ora, da un punto di vista diciamo "lavorativo": mi sono messo forse in qualcosa più grande di me, qualcosa che mi impedisce di immaginare il mio futuro, esagerando come vorrebbe Fisher. Per carità, mi permette di immaginare un futuro "normale", un futuro standard, l'insieme delle parti, niente di più niente di meno. Un futuro lineare e prevedibile, fatto di cose che conosco e per le quali provo solo una sana attrazione remunerativa. E si che c'ho provato, devo riconoscerlo. Ho provato a calarmi, ad immedesimarmi, ho vissuto dei momenti positivi, schiacciati però da una miriade di frustrazioni grandi e piccole. Purtroppo fare il rapporto costi benefici, lo ripeto, è assolutamente impossibile. Per questo motivo mi sento schiacciato e anche provare a svincolarmi, in una direzione o nell'altra, si risolve solamente in patetici cadute, imbarazzanti scivoloni. Cose che come potete facilmente immaginare si trovano solamente dentro di me, anche se hanno la forza di influenzare le relazioni con gli altri. Sfortunatamente esiste una differenza fra idea di noi stessi e immagine di noi stessi, così come esiste una differenza fra ciò che proponiamo o la reazione con cui questo viene accettato. Le variabili sono notoriamente infinite e basta un piccolo passo falso per rovinare anni di lavoro relazionale (sottolineo "lavoro" perché più il rapporto è professionale e più le dinamiche tendono ad essere fragili). 
Forse se scavassi più a fondo riuscirei a trovare una risposta. Altrettanto forse riuscirei solamente a trovare una giustificazione ad un risposta che è sempre esistita dentro di me. Quello che mi frena sono le emozioni che ho EFFETTIVAMENTE provato in questi anni, le esperienze positive che ho vissuto e che mi hanno legato alle persone e alle loro vite. Non so cosa pensare, veramente. Forse sono solo un po' stufo.  
Però sapete una cosa? 

CHISSENE INCULA

Non sono né pagato né tanto meno obbligato a fare quello che sto facendo. Di fatto potrebbe essere considerato un eccesso di zelo da parte mia. Quindi tutto è superfluo. Certo, è pur sempre qualcosa di positivo e che può arricchire una formazione futura ma, ripeto, non è assolutamente necessario. Gli obblighi che mi legano sono inesistenti. Così come dovrebbero essere i turbamenti emotivi che stanno attraversando il mio animo in questo periodo. Come sempre il problema è percettivo: non riesco a vedere me stesso nella mia interezza, figuriamoci dare il giusto peso agli eventi del mondo e della vita. 
Ma non importa, alla fine "chissene incula" mi pare una buona sintesi. 

Il collante che tiene assieme i miei pezzi rimane e rimarrà sempre la sensibilità artistica e culturale. Basta dare uno sguardo a questo luogo per capire cosa guida i miei passi e le mie passioni. La musica è la mia vera ragione e, per fortuna, quella non ti abbandona mai, ti permette di sorprenderti ed emozionarti sempre e per sempre.

E come volevasi dimostrare l'ho mollato. Questa volta ho mollato tutto. Farò altro, cercherò per una volta di seguire qualcosa che voglio veramente. L'unica in effetti esperienza professionale che mi abbia mai lontanamente soddisfatto. Non voglio dare colpe ad altri, la scelta è stata sempre e solo mia. Sicuramente ho sentito il peso del giudizio, il peso del super-io sociale, della morale lavorista e arrivata ma nel momento della scelta sono sempre stato solo, quindi mi accollo ogni responsabilità.


E a proposito di epifanici incontri e scontri, lasciando da parte le cattive vibrazioni della vita e del mondo, ho voglia di parlare di alcuni progetti che hanno segnato positivamente la prima parte dell'anno. La piccola comunità di amici di cui faccio parte, legati da più o meno comuni passioni per musica, eventi un po' obliqui, cinema ecc... ha finalmente trovato uno spazio condiviso in cui proporre le proprie idee. Un luogo di festa, informale e comunitario in cui trovarsi e vivere assieme esperienze di natura (per ora) musicale. Parafrasando: una stanza per fare i festini. Attenzione però, non si tratta né di un circolo, né di bar o di un locale, ma di uno spazio gestito da alcune persone e adibito a sala prove, in cui potersi gestire autonomamente e invitare un numero limitato ma significativo di persone. La cosa bellissima è proprio la dimensione informale. Nessuno si straincula se non c'è una spina di birra o un barista, nessuno se ne straincula se non ci sono tavolini, bicchieri tutti uguali, spritz aperol ecc... (vuoi lo spritz aperol? portati il vino e l'aperol e hai risolto il problema!). Si respira un'atmosfera magica fatta di condivisione: siamo tutti nello stesso posto per vivere la stessa esperienza. Non ci sono persone fuori posto o a disagio e questa è una cosa incredibile, una cosa che non ho mai realmente vissuto, sicuramente non gestita da me. L'energia che sprigionano 30 persone unite da un interesse unico può essere rigenerante e ce ne parla precisamente Genesis P-Orrige nel suo "saggio" "Temporary Temple" che potete trovare all'interno della Bibbia Psychica, raccolta di scritti riguardanti lui e la filosofia attorno a "Temple ov Psychic Youth". In sintesi parla di un incontro di centinaia di "adepti" all'interno di una sinagoga in rovina, in un parco di Londra. La descrizione di quanto accade è volutamente scarna ma il punto è soffermarsi sull'incredibile energia che viene sprigionata durante l'evento. Una cosa a cui noi contemporanei non siamo assolutamente abituati e che non riusciamo a cogliere nemmeno durante un mega concerto di migliaia di persone. Non esiste una dimensione comunitaria nemmeno nell'intrattenimento ed è una cosa pietosa. Fino ad ora abbiamo fatto due festini. Il primo ci è sfuggito di mano, c'erano tantissime persone, molte delle quali interessate solamente alla propria personale esperienza e assolutamente insensibili al desiderio comunitario il rituali collettivo aveva in mente. In ogni caso è stato totale, crowd surfing come non se ne era mai visto, HC, delirio, balli sfrenati ecc... Persone che non avrei mai voluto ad una festa così sono effettivamente arrivate per andarsene pochi minuti dopo. Il bilancio è stato quindi assolutamente positivo nonostante i piccoli punti di cui sopra.
Il secondo festino è stato totale, probabilmente l'ho preferito rispetto al primo. Tutti gli ingredienti erano giusti e il risultato si è avvicinato tantissimo a quanto descritto in "Temporary Temple". Le perfomance sono state un po' estreme, lo riconosco, però gli invitati (contattati personalmente uno ad uno) erano attenti e interessati. Il dj set dopo ha funzionato a dovere. Abbiamo anche utilizzato bicchieri di plastica lavabile con obiettivo più o meno zero waste, ottenendo un risultato soddisfacente. Tutto autofinanziato con offerta libera. Tantissima carne al fuoco quindi, tantissime idee.

Cosa è successo dal punto di vista prettamente musicale (parlo del secondo festino nello specifico poiché più denso di musica elettronica e di idee estreme):
- una mia perfomance multimediale che merita una piccola descrizione. Lungi da me scrivere questo per narcisistica lode ma ho pensato il tutto legandomi fortemente all'idea che avevo di festino e quindi una spiegazione potrebbe aiutare a delineare meglio i contorni di quanto accaduto. Ho sostanzialmente musicato la scrittura di un testo. Ho preparato un video, filmando di fatto il desktop e editando successivamente il filmato, di me che copio "Temporary Temple" di P-Orrige. Durante la serata poi ho proiettato il video aggiungendo una sorta di colonna sonora dal vivo. Ci tengo a sottolineare che l'idea non è assolutamente mia ma proviene, copiata spudoratamente, da questa performance totale di Nicola Ratti, uno che le cose le fa bene. Le differenze fra me e lui sono notevoli ovviamente: il testo che viene scritto durante il live è diverso (il suo credo sia originale ed è in italiano, il mio è "tratto da" ed è in inglese) e diversa è anche l'impronta musicale utilizzata (lui molto west coast io molto drone/noise oriented). Se non fosse che abbiamo condiviso la stessa idea, il contesto sarebbe sicuramente divergente, anche in relazione alle sensazioni evocate dall'ascolto/vista. Ad ogni modo il mio è proprio un furto, l'idea è sua e la mia solo una copia. Sto cercando di caricare il video della stesura del testo, ovviamente corredato da colonna sonora, appena disponibile lo si potrà trovare su youtube. Non solo: questo particolare format, per quanto copiato, lo ripeto, è molto funzionale. Permette di musicare qualunque tipo di racconto e subordinare la tecnica video all'abilità di lettura. Anche io, che non so leggere bene ad alta voce, posso effettivamente ottenere dei risultati gradevoli. L'idea sarebbe quindi quella di continuare con questo formato caricando o presentando diversi testi corredati da diverse musiche. Ne riparleremo ovviamente nel futuro.


Il risultato mi soddisfa se devo essere sincero. Vorrei però svincolarmi, in un prossimo futuro, da questo formato, cercando di ottenere qualcosa di più personale. Ad ogni modo è molto figo sì, il semplice fatto di leggere un testo mentre viene scritto mi piace molto. La musica scelta per questo video in particolare non ha niente a che vedere con quanto fatto il giorno della festa. Ho registrato una sessione di due droni che poi ho editato in maniera veramente leggere, comprimendo un po' e animando le automazioni dell'immagine stereo. Un lavoro da un'ora in tutto (senza contare i tempi morti dell'esportazione...).

- Una performance in due a nome "Il Prete". Il Prete siamo io e il mio carissimo sodale Neotas Sorbetto, una persona che sa il fatto suo (molto ma molto più di me in termini di musica elettrica). Quando ci troviamo facciamo musica improvvisata, principalmente eurorack + batteria, oppure ci buttiamo in qualche nuova avventura, come nel caso del festino. La settimana dell'evento ci siamo trovati per provare un po' e abbiamo colto l'occasione per sperimentare utilizzando un video mixer e una televisione. La mia idea iniziale era quella di fare una performance di video feedback in solo, proiettando il risultato direttamente su una delle pareti della stanza. Durante uno di questi incontri di preparazione quindi mostro al mio amico quanto pensato in precedenza. Giusto per curiosità ci mettiamo a inserire in modo più o meno violento, del segnale audio all'interno del loop video. I risultati sono promettenti. Il passo successivo è quello di creare un nuovo loop, questa volta audio, utilizzando impropriamente l'immagine proveniente dal video mixer e manipolandola con super collider. Alcune accortezze analogiche (lenti per la videocamera utilizzata per il feedback, ingrandimenti diversi, orientamento delle televisioni ecc...) ci permettono, la sera dell'evento, di ottenere una cosa di questo tipo


Il video è del nostro caro amico Igor "Super" Del Mestro che ci ha filmati più volte nel passato, sempre con questo piacevole stile. 
Il risultato è carico di spunti anche se entrambi ammettiamo essere un primo tentativo un po' acerbo. A prescindere da quanto prodotto (che può piacere o meno, a me piace immensamente) una delle caratteristiche su cui soffermarsi è sicuramente la versatilità del progetto in sé: ogni esibizione fatta è sempre stata diversa dalla precedente e questo ci esalta perché rappresenta la spinta fondamentale al rinnovamento e all'epifania perpetua. Una sorta di rivoluzione permanente, anzi

LA RIVOLUZIONE PERMANENTE

Che poi non fa mica così tanto ridere. Se Fisher avesse scritto un testo sull'improvvisazione sicuramente avrebbe detto lo stesso. Toops dice esattamente questo e anche Ruido y Capitalismo. Lo abbiamo già analizzato più volte: l'improvvisazione è anti-capitalistica per definizione, una relazione dialettica senza intermediario è intrinsecamente rivoluzionaria perché prescinde dalla moneta di scambio, sia essa il supporto riproducibile sia essa letteralmente il denaro. Inoltre, più banalmente, è concettualmente rivoluzionaria perché rinnova sé stessa ogni volta, trasportando nel vortice anche l'ascoltatore che diventa anch'egli attore e viceversa. Vi rimando ai due post sull'improvvisazione che ho scritto quest'autunno, sono acerbi anch'essi ma hanno rappresentato una terapia piuttosto funzionale, in quel preciso momento. 
Per "Il Prete" si delineano interessanti prospettive future, sia legate a questo concetto di epifania e evoluzione, sia a delle possibilità materiali di esibizioni, performance, collaborazioni. Ovvio è che il mio sodale, provenendo da ambienti accademici di musica elettronica, si orienti verso un impegno inevitabilmente più totalizzante rispetto a me, ma il supporto che potrò fornirgli sarà il più decisivo possibile. 

- Ultima performance del caro amico 4xx, cui mitiche gesta credo possiate trovare qui. Martelli pneumatici e pulsazioni drone. Una performance appare anche nel festino precedente, credo la sua prima in pubblico. La differenza fra le due, e lo dico con reale entusiasmo, è decisiva. Durante la seconda serata il set è maturo, vario, evolve passando da distese desolate a pilastri monolitici di civiltà scomparse. Dio cane mi ha proprio esaltato. Per ora non sono riuscito a reperire alcuna testimonianza video (testimonianze esistenti ma ancora celate nella macchina fotografica di qualcuno). Ho avuto il piacere di fare un video set collegato alla performance. Una cosa di cui avevo intenzione di parlare e che ho scoperto essere una mia nuova piccola passione. Utilizzando il software "Resolume", strumento per Vj di fatto, posso facilmente mixare diversi file video opportunamente preparati e creare un set. Un po' come per Ableton, la facilità dello strumento è disarmante e permette di seguire con rapidità le variazioni dell'artista cambiando video a seconda della sensazione sonora evocata.
Vorrei esplorare maggiormente le possibilità multimediali, dopotutto mi trovo bene lavorando con video E con audio, anzi, al momento penso che la fusione fra i due aspetti sia imprescindibile (o almeno che debba essere perseguita).
Molto di quanto penso riguardo al Vjing deriva da una performance che ho avuto il piacere di vedere questo autunno, sempre organizzata da il collettivo Hybrida (stessa serie di concerti che includevano Ratti per esempio). Si è trattato di una improvvisazione audio/video. La parte audio era curata da 4 musicisti assieme ad un conduttore: la conduzione dell'improvvisazione si basa su segnali stabiliti che indicano azioni musicali precise (aumentare la frequenza, sostenere un passaggio, dare un certo ritmo ecc...). In questo caso i musicisti erano elettronici e quindi la conduzione dava un senso diverso alla performance, molto affascinante. La parte video era un flusso di coscienza continuo, da astratto a paesaggistico a umano ecc... una spirale indefinita che collassava su sé stessa per poi riformarsi continuamente, aiutata da un sapiente uso di effetti video disparati. Non credo usasse Resolume nello specifico, probabilmente, e lo si può capire anche dal reperto qui sotto, si tratta di un device di Touch Designer molto complesso, che gli permette di mixare agilmente varie fonti video. Possiamo avere un'idea di quanto fatto



Peter Mettler (questo il nome dell'artista video) registra ogni performance su cassetta, unico medio che sia in grado di rappresentare fedelmente, e analogicamente (quindi senza sovraccaricare la macchina su cui sta lavorando all'improvvisazione) quanto sta accadendo. Poi probabilmente verrà riversato su supporto digitale ma il semplice fatto che utilizzi questo metodo (e con queste finalità, l'analogia e la completezza) lo rende sicuramente particolare. Mettler è anche autore di numerosi lungo metraggi dai temi più disparati, sempre molto filosofia-orientati, legati al field recording, alle aree marginali e paesaggi particolari. L'ultimo "Becoming Animal" (presentato anch'esso durante la stessa rassegna di arti elettronica organizzata da Hybrida) è uno studio di field recording e immagini paesaggistiche sui punti in cui uomo e animale (che poi sono la stessa cosa) si incontrano e si scontrano. Un film fatto di silenzi, microsuoni, lentezza e immersione.
Purtroppo non esiste un reperto di quanto fatto da Mettler assieme all'ensemble di musica elettronica però il concetto di fondo è che l'immagine che ho di me stesso nel momento del Vjing molto si deve a quanto visto in quell'occasione. Si deve molto anche a quanto fatto da Hybrida in questi anni, con le loro "istallazioni" con proiezioni e diapositive, un modo incredibilmente efficace per trasformare un luogo e riuscire ad andare da un'altra parte con disarmante rapidità.

Dopo questa lunga digressione/sintesi su quanto visto, fatto ed esperito in queste settimane, è doverosa una riflessione. Sicuramente sono stimolato da varie situazioni ed eventi a cui ho la fortuna di partecipare anche attivamente. Ho ricevuto, come detto sopra, molti riferimenti che hanno plasmato il mio senso artistico e mi hanno permesso di presentare delle performance. Rimane però un limite che non sono ancora riuscito a valicare, nonostante mi circondi di esperimenti e possibilità: il limite dell'originalità. Molto di quello che presento è già stato fatto da altri, e non intendo "incluso nella stessa corrente artistica" ma proprio "copiato spudoratamente" come nel caso di Nicola Ratti. Non è un problema urgente, posso continuare per questa strada e avrò comunque molte soddisfazioni però il nucleo di fondo rimane. Pochi giorni fa un'amica mi ha fatto notare come sia proprio questa personalizzazione, questo passaggio da ciò che è riferito ad altri a ciò che facciamo noi stessi ad essere stimolante, fulcro della creatività. Vero, quando ci penso mi carico dello stesso senso epifanico che ritrovo durante la scoperta però la difficoltà dell'atto in sé purtroppo rimane! Devo pensare e impegnarmi ma non riesco a svincolarmi dai riferimenti, una sorta di realismo di riferimento, realismo citazionista. Che poi, piccola postilla, le cose più creative che ho fatto sono state prodotte dalla pura casualità, un fattore che ho sempre riconosciuto, in ogni ambito dello scibile umano ma che non mi ha mai soddisfatto, mi ha sempre lasciato questo alone di frustrazione per l'impossibilità di controllarlo. Ad ogni modo sono euforico perché, vedendola nel verso giusto, tutto questo rappresenta veramente una possibilità di realizzazione personale.

Non so che altro scrivere. Mi rendo conto di essere passato dalla rassegnazione di "non sta avendo l'effetto terapeutico sperato" a "ad ogni modo sono euforico" quindi qualcosa deve essere successo. Io vi lascerei sinceramente con un'altra piccola epifania di cui forse non ho mai parlato. Valerio Tricoli. Artista siciliano poliedrico, lo sto adorando di recente per la sua (principale tra l'altro) tecnica con i registratori a bobine. Altri oltre a lui fanno questo tipo di cose però il modo viscerale che lo caratterizza me lo fa apprezzare più di altri. Sto cercando di capire le dinamiche precise con cui lo fa ma mi rendo conto che sarebbe sempre incluso in quel copiare di cui abbiamo parlato con Ratti. L'effetto è devastante, frammentario, pieno di artefatti del nastro, sapientemente registrati a loro volta e manipolati, in questo circolo di cui è poi difficile capire l'inizio e la fine.
Apro un'altra, ennesima, parentesi: non so come affrontare il discorso monografico. Idealmente sono una persona anche molto interessata alla ricerca di fonti, alla costruzione di un buon testo, alla completezza dell'informazione. Allo stesso tempo però sono anche molto titubante nell'entrare all'interno delle vite degli altri, anche se si tratta di un ruolo artistico e non del numero di volte in cui va in bagno o la forma dei nei sulla schiena (se li unisco viene fuori una freccia che indica me). Nel caso di un gruppo la cosa è leggermente più facile, nel senso che la dimensione veramente individuale è stemperata e questo riesce più o meno a giustificarmi. Non volendo mettere troppe informazioni in un unico post (che comunque non leggerà nessuno) mi limito a postarvi un video di Tricoli tratto dalla videografia sconfinata di "URSSS", il collettivo di documentatori video migliore sulla faccia del pianeta. Ogni volta che cito del loro materiale mi riprometto di dedicare un post apposito, lo faccio anche in questo caso per non rompere la magia della tradizione. Prima o poi parleremo di URSSS in un post apposito.
Dopo una breve ricerca, rendendomi conto che i video su Tricoli sono MOLTI vi rimando all'elenco completo

e rimanendo sempre in tema "Revox" vi faccio notare come, fra i video in elenco, ce ne sia anche uno con sec_, altro illustre esponente nostrano della tecnica nastriforme. Personalmente Tricoli mi piace di più, molto più viscerale e violento, però il sodale è di tutto rispetto esplorando altre zone sonore. Nel video c'è una vera e proprio ensamble di musicisti quindi l'ascolto/vista merita assolutamente. Anzi facciamo così, vi estrapolo il video singolo e ve lo posto direttamente. 


Ecco così siete a posto. 
L'idea di possedere un Revox mi ha solleticato di recente. Un Revox o comunque un altro registratore a bobine equivalente. Per poter fare quello che si apprezza nel video, o nella carriera di Tricoli, c'è bisogno di una certa tecnica e di dispositivi adeguati, non tutti i registratori vanno bene. C'è da dire però che torneremmo sempre dentro il discorso precedente sull'originalità. Devo scavarmi una nicchia mia, personale, altrimenti il manierismo finirà per soffocarmi. Devo pensare, pensare. E ammetto che scrivere ha un effetto creativo/terapeutico. 
Fine per questa puntata. AH, quasi dimenticavo: ieri nel dormiveglia (o ero in macchina? se così fosse sarebbe una pessima notizia) ho pensato che sarebbe davvero bello aumentare, anche di molto perché no, la produzione scritta in questo luogo (e parallelamente anche in altri, tipo tornando a scrivere qualche recensione) e quindi così farò! Ciao.

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