domenica 19 febbraio 2017

Vektor - Outer Isolation


Parliamo dei Vektor. Parliamo in particolare di questo Outer Isolation. Se devo essere sincero ascolto i Vektor da un bel po' di tempo, fate pure un 5 anni o giù di lì. Ascoltare è però una parola grossa, diciamo meglio conoscere. Questo implica che, nonostante avessi sempre saputo della loro superiorità innegabile e sopratutto delle loro incredibili tematiche distopico - sci - fi, li avevo colpevolmente ignorati o non approfonditi. 
Ero molto dubbioso sulla scelta dell'album di cui parlare: da un lato c'era questo, dall'altro Terminal Redux che rappresenta l'ultima fatica del quartetto del demonio. Mentre TR si presenta palesemente come un'opera Sci - fi virando verso il concept, Outer Isolation non presenta queste velleità. Ovviamente la band ha cercato un maggior grado di complessità non solo musicale (e qui sta in realtà la negatività dell'ultimo disco) ma sopratutto di contenuti e tematiche. TR è complessissimo sotto questo punto di vista ma la ricerca di una simbiosi con la musica ha generato quelli che per me sono degli abomini, come l'inserimento degli archi, i cori, soluzioni quasi epiche ma che si adattano malissimo al tipo di materiale corrosivo e distruttivo a cui i Vektor hanno abituato gli ascoltatori nel corso del tempo. In ogni caso Terminal Redux, datato 2016, è un disco immenso, poliedrico e che merita ascolto e analisi (magari con il testo sotto mano). 

Detto questo. Outer Isolation è un disco devastante. Come sempre potremmo anche chiuderla qua. Affermazione definitiva e ve lo andate ad ascoltare con il mio giudizio da 10/10 che vi influenza nell'ascolto. No non mi permetterei mai di fare una cosa del genere e nemmeno di dare 10/10 ad un disco del genere che, per quanto adori, non è perfetto (come un po' tutte le cose, tranne Carboniferous). 
Perché è così una bomba? Per chi non lo sapesse i Vektor fanno un piacevolissimo thrash - black metal con delle tematiche scifi da far accapponare la pelle. Il loro cantante (Di Santo mi pare) che è pure l'autore dei testi, affronta tematiche incredibilmente profonde immergendole tante volte nell'attualità, come la distopia, la solitudine e l'alienazione tecnologica, le ipotesi psicologiche più oscure, il controllo, le sostanze psicotrope. Una sorta di Asimov cattivo o, se volete, un Dick più tecnologico e meno sociologo (ma ugualmente cattivo). Facile, per esempio, prendere Tetrastructural Mind, una delle canzoni più disturbanti del disco, sia in termini lirici che musicali, che affronta il tema della complessità della psicosi, delirio cosmico in cui la mente si sovrastruttura in 4 dimensioni, comprendendo la complessità del tempo - spazio

Tetrastructural minds
What once was liquid is frozen in time
A cold cubic cell traps all hope deep inside
Amebic dark, invading

e così via, questo è solo un piccolissimo esempio sia della canzone in sé, sia di tutto il disco. Anche Cosmic Cortex, giusto per fare un altro esempio così, al volo. Maestria di angoscia cosmica in "No one defies the ever-growing mind, all thought exhumed in the all-consuming Cosmic Cortex, Collect, infect" per dire. E approfittiamo di Cosmic Cortex per sottolineare li incredibili capacità vocali di Di Santo: a prescindere dal fatto che, dal vivo, se la suona e se la canta (e questo già gli fa onore) ma ascoltate la voce cazzo, è spaventosa. Forse ho fatto questa associazione al contrario cioè ho implicitamente affermato che abbia una voce black metal futuristica perché fa un black metal di quel tipo quando invece mi piacerebbe credere il contrario, in termini di causa effetto. Però a prescindere da queste situazioni ha una voce perfetta, davvero, riesce a trasmettere un disagio e un malessere puramente black metal. Quella voce così gutturale, roca ma al contempo capacissima di salire nella profondità siderali (qua c'è un appunto da fare: in Terminal Redux l'uso della voce è spaventosamente implementato, anche con fusioni particolari con effetti e musica il che rende questa differenza molto positiva rispetto a Outer Isolation, in cui la voce è usata più tradizionalmente). Ogni volta che Di Santo dice "Cosmic Cortex", nella canzone omonima ovviamente, potete avere un assaggio di quanto potente ed evocativa possa essere la sua voce. Stessa cosa vale per alcuni passaggi più meditativi di "Outer Isolation" in cui corrono brividi lungo la schiena mentre dall'oscurità percepite questa voce gutturale (super black metal) narrare la disperazione e l'allucinazione della solitudine siderale. 
Ma sta tutta qui la magia dei Vektor, quella capacità assolutamente isolata e incredibile di declinare le caratteristiche perfettamente conservate del black metal tecnico e di scuola americana in qualcosa di nuovo e assolutamente affascinante. Anche perché potremmo utilizzare questo gruppo per aprire una discussione ormai annosa, su come il black metal di scuola nord europea, una volta assorbito ed interiorizzato dalla scuola americana, sia letteralmente esploso in miliardi di declinazione che la purezza norvegese non aveva permesso. Gruppi come Panopticon, Wolves hanno sublimato l'oscurità in pastorale armonia, primordiale respiro del mondo. Altri hanno mischiato le carte con l'HC producendo ibridi mostruosi tipo Nails, All pigs etc.. Altri sono rimasti più Trve, nichilisti e rapidi, tipo Kreig. Altri hanno separato i contenuti, trovando nell'annichilazione e nella disperazione norvegese un faro guida, generando one man project da suicidio (Leviathan, Ashtur ecc..). Solo i Vektor hanno varcato la soglia scomponendo l'ortodossia, implementandola con tecnicismi inarrivabili (scuola tecnica death - thrash) e iniettando nuova linfa concettuale, le tematiche scifi. Ormai ci sembra una cosa collaudata ma, se ci pensate, la disperazione e la distopia futuristica sono una declinazione praticamente naturale a cui pensare quando si cerca qualcosa da associare al black metal. La freddezza del metallo. Ecco dove volevo arrivare

I VOIVOD SONO ASIMOV DEL METAL 
I VEKTOR SONO PHILIP DICK

Nel senso ok, a me piacciono tanto anche i Voivod, li ho pure visti dal vivo. Nonostante questo non riesco ad immaginare un futuro come lo immagino loro, tecnologico, al limite della negatività ma mai realmente e completamente negativo. I Vektor non lasciano spazio alla speranza, i Vektor dipingono un futuro che è 

SEMPRE UNA MERDA

e questa visione è perfetta perché dio cane stai facendo il black metal, non le canzoni dell'oratorio. E visto che sei nello spazio e non nella foresta dio cane è ovvio che è tutto super tecnico e velocissimo. Gli assoli a 1000 anni luce (all'ora). Se ti gira di fare un cambio di tempo lo fai. Cazzo tene tanto sei un mostro della tecnica. 
Disco capolavoro, alla fine mi sono perso ma ci tenevo ad introdurre lo spunto sul black metal di scuola americana. 



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