Mentre mi concedo una piccola pausa dallo studio matto e disperatissimo (ma neanche tanto) di questa interminabile (ma appena cominciata) sessione invernale, mi viene in mente che forse sarebbe il caso di ascoltare questo disco. Lo faccio.
23:13 tempi dopo sono qui su blogger a scrivere due righe su uno dei dischi più fighi del 2014.
Ovviamente è un disco omonimo, per quello nel titolo è scritto due volte.
Gli artisti che qui presentiamo sono ovviamente due: Merzbow e i Full of Hell. Mentre per il primo non dovrebbero esserci problemi di presentazione - notorietà, forse i secondi meritano qualche parolina.
I Full of Hell sono un combo pieno di odio e morte dedito al grindcore - noise - core americano. Fino ad ora mi erano giunti alle orecchie solo di sfuggita come rappresentanti discreti di una scena satura.
Riprendendo un po' la loro storia discografica, catalizzato dalle parole del buon Fantano, salta all'occhio una certa e notevole predisposizione alla tematica NOISE a noi tanto cara. Questo vuol dire che, in anni di onorata carriera, i FOH hanno sperimentato, e hanno sperimentato anche tanto, cacciando dischi in con imponenti (e a volte ingombranti) influenze e inserzioni rumorose.
Nonostante questo (e nonostante la palesissima attrazione che dimostrano verso Merzbow), non hanno mai bucato la classifica con qualcosa di veramente trascendentale, "limitandosi" a divertirsi un mondo e a sfasciare la faccia dell'ascoltatore con ritmiche serrate e aberranti.
Nonostante questo (e nonostante la palesissima attrazione che dimostrano verso Merzbow), non hanno mai bucato la classifica con qualcosa di veramente trascendentale, "limitandosi" a divertirsi un mondo e a sfasciare la faccia dell'ascoltatore con ritmiche serrate e aberranti.
BENE.
Merzbow non DOVREBBE aver bisogno di nessuna presentazione. Uno dei massimi esponenti della scena noise - ARSH (jajaja) giapponese (i giapponesi ne sanno a pacchi su 'sta roba) che ha cacciato dei dischi tanto inascoltabili quanto assurdi.
Dovremo prima o poi ritornare su questo argomento ma per ora limitiamoci a dire che il tizio sa il fatto suo: super composto e professionale, riesce a scatenare una colata di magma sonoro che spazia su qualsiasi tipo di frequenza, vantando una serie di collaborazioni (quasi tutte documentati con audio - video) da brivido.
Se volete approfondire il mondo del NOISE DI MERDA vi consiglio caldamente di cominciare da un piccolo capolavoro fortemente influenzato da una registrazione scadente: un live BORIS - MERZOBOW, ovvero come dire pasta al pomodoro con il formaggio sopra. Lo potete trovare, guardare, ascoltare, facilmente qui.
In realtà basta digitare la pratica richiesta "BORIS MERZBOW" su youtube per ottenere una serie di ottimi risultati.
In realtà basta digitare la pratica richiesta "BORIS MERZBOW" su youtube per ottenere una serie di ottimi risultati.
BENE.
Ora veniamo alla descrizione del disco. In realtà l'unica cosa che dovete fare per sapere di cosa parla questo pezzo di vinile è mettere insieme le due cose.
Bon vabbè così me la asciugo davvero da infame.
Allora. La cosa che più si NOTA (ma non vuol dire che è la cosa che esiste più in assoluto) sono ovviamente i FOH. Si notano eccome. Sono tremendamente letali: batterismi serrati e convulsivi, liriche e voce da brividissimo. Tutto perfetto, anche la registrazione, la produzione, gli stacchi, le idee. Davvero assassini.
Merzbow si nota (al primo ascolto, per carità) molto meno. Emerge come una bestia subacquea, solo quando le acque del noise core si calmano. Appare e sommerge tutto e tutti sotto una colata lavica di magma sonoro, alle volte accompagnato da una voce spettrale o scandito da una batteria (filtrata dalle macchine dell'inferno però).
Al secondo ascolto (o ad un primo più boh), si nota quello che spero di aver notato io: tutto è avvolto da un sottile e quasi impercettibile manto di marciume e putrescenza. Merzbow riempie ogni spazio, si infiltra con il suo rumore assordante negli interstizi fra i fraseggi, fra le strofe. Come una cazzo di malattia.
Forse è questo che rende davvero unico il lavoro. Questa parassitosi fra i due gruppi.
Alla fine, come era quasi naturale aspettarsi, le strade coincidono e tutto marcisce in un compost di merda, urla, vermi, noise, robe che grattano, schifo.
Al secondo ascolto (o ad un primo più boh), si nota quello che spero di aver notato io: tutto è avvolto da un sottile e quasi impercettibile manto di marciume e putrescenza. Merzbow riempie ogni spazio, si infiltra con il suo rumore assordante negli interstizi fra i fraseggi, fra le strofe. Come una cazzo di malattia.
Forse è questo che rende davvero unico il lavoro. Questa parassitosi fra i due gruppi.
Alla fine, come era quasi naturale aspettarsi, le strade coincidono e tutto marcisce in un compost di merda, urla, vermi, noise, robe che grattano, schifo.
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