giovedì 21 gennaio 2021

7:53


Scriverò questo post in 7 minuti e 53 secondi, lo scriverò sotto l'effetto suggestivo (nel senso che suggestiona, che evoca suggestioni) di un brano che ho registrato questa mattina. Anche questa introduzione esplicativa farà parte di quei 7:53 minuti. 
C'è molto drone, c'è molto noise e microsuoni, piccole variazioni parametriche che generano grandi variazioni acustiche. Tutto però nei limiti del controllo, tranne che nei momenti di improvvisazione vera dove la gesture prevale sul contenuto. Questi sono gli argomenti:

- feedback positivi sul baratro dell'autooscillazione: un piccolo passo e sei nel vuoto cosmico, incontrollato. Non serve un'ampiezza esagerata nella variazione dei contenuti. Non serve debordare. Basta usare sapientemente gli strumenti a disposizione, preparare un terreno funzionale e muovere i propri pezzi in maniera strategica

- microsuoni: la dinamica è tutto, ci sono dei delta abissali fra il suono più forte e quello più debole, l'ascolto deve essere ostacolato, non facilitato. è compito dell'ascoltatore trovare una compressione fra il suo senso dell'ascolto e il mondo attorno a lui, anche a costo di soffermarsi sulla traccia per innumerevoli volte. La compressione dinamica è facilitare il ruolo dell'ascoltatore, renderlo molto più accessibile rispetto a quello del compositore. Io rigetto questa asimmetria. 

- La gesture: siamo oltre la metà del brano e io ho scritto veramente poco, farete molta meno fatica a leggere e probabilmente finirete prima. La gesture è il movimento che produce l'effetto acustico, come pizzicare una corda della chitarra (ma anche sfregare il dito sul corpo di legno). Nel caso della musica elettronica la gesture è la variazione del parametro. Alcuni strumenti possono facilitare e magnificare questo movimento (moduli di controllo, joystick) permettendo di far approdare la libertà espressiva dell'improvvisazione anche in questo territorio estraneo. L'intensità del movimento fa esplodere la narrazione del brano. è il momento acustico in cui mi trovo ora, un drone statico devastato da movimenti convulsi, tradotti poi in musica dal sistema. La dinamica è volutamente soffusa perché la relazione fra ampiezza e contenuto non è univoca.

Il brano lentamente si spegne. Fine. 

ah si