mercoledì 26 marzo 2014

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Di cosa parliamo stasera? Prima di rispondere a questa domanda voglio condividere con voi il mio stato pre - esame. Scrivere sul blog, come ho specificato nel post precedente, e sopratutto scrivere di musica sul blog, è un antistress molto potente. 
Parliamo di Topsy the Great.

Che validità potranno mai avere?

Sono LORO i Topsy the Great? No, per fortuna No. I Topsy the great sono un trio noise - math - rock proveniente dalle parti di Prato, veri e propri paladini di una scena che, mannaggia ai sandali, è davvero fiorente. La loro autobiografia su fromSCRATHrecords (?) ci informa, molto gentilmente, che il nome deriva dall'elefantessa di nome Topsy, fulminata da Edison per sconsigliare l'uso della corrente alternata. MOLTO VALIDO. 
Come ormai consuetudine vi informo che loro li ho visti al cas'aupa. Era una uggiosa serata di marzo (credo) e il cas'uapa era vuoto (ma dopo si è riempito un po'). Loro suonavano paradossalmente (ma non troppo) di spalla ad un gruppo austriaco moolto valido ma anche moooolto scontato di nome Hidden by the Grapes che proponevano un divertente quanto ormai trito garage - lo - fi con un po' di psichedelia e una cover dei crashtestdummies (venuta molto ma molto bene comunque). Diciamo un verdetto finale sul 7. Niente di eccelso ma godibili. Potete comunque andare a sentire praticamente tutta la loro discografia qui.



Una toccata e fuga su questi austriaci, giusto per tornare a puntare i riflettori su Topsy. Allora un paio di considerazioni:
- La mancanza di pubblico ha fatto sì che io potessi facilmente avvicinarli (cosa che ho prontamente fatto) per chiacchierare un po'. Si sono rivelate delle persone molto semplici e disponibili e abbiamo parlato di cose che esulavano un po' dal contesto "live di questa sera". In particolare il bassista (con cui ho parlato poco, per la verità) mi stava davvero molto simpatico.
- Fanno dei video molto fighi. Ma davvero molto fighi. Andate su youtube e documentatevi.
- Hanno dei suoni DECISAMENTE lo - fi. Addirittura sul sito della fromSCRATCH affermano che hanno una particolare passione per gli amplificatori RIGOROSAMENTE transistor. Allora, la verità è che hanno delle strumentazioni niente male. È anche vero che sono tutte transistor quindi ok, può andare. La strumentazione è stata successivamente vivido argomento di conversazione ma, non temete, approfondiremo.
- Il batterista gli dà talmente tanto che gli sono caduti gli occhiali un bel po' di volte. 
- Sembra che girino davvero un sacco. Sono molto felice per loro.
- Sono toscani, quindi meritano.
- Hanno una copertina dell'album molto alla "Lighting Bolt" (aneddoto: quando quest'estate è uscito il nuovo disco dei Pearl Jam, chiamato appunto Lighting Bolt, io ho avuto la brillante idea di commentare sotto un post di una pagina facebook di super rockettari, chiedendo se i Lighting Bolt avessero fatto un disco dal titolo "Pearl Jam" e dalla copertina così di merda).
- Sono molto simpatici (l'ho già detto?).

Eccoli qui, sono tutti molto simpatici!

Fatte alcune considerazioni assolutamente superflue andiamo a ribadire quello che ormai vi sarete cercati da soli. I Topsy the Great fanno Math - Noise - Rock. Lo avevamo comunque già detto. E' quel Math - Noise - Rock caotico ma COMUNQUE strutturato. Non è affatto roba destrutturata e cacofonica, per carità, però non è nemmeno quella complessità incasellata e scritta a pentagramma (fanculo il pentagramma). La batteria, rigorosamente minimale, è pura scuola novanta, istintiva e pestata. Il basso (credo per merito della sola testata, una Hughes & Kettner montata a rack) era davvero mastodontico, ottimo suono, magari alla volte troppo Lo - Fi. Una cosa che mi ha davvero stupito è l'utilizzo di una bellissima 1x15 (credo ma da quel che ricordo potrebbe anche essere una 1x12) + 1x10 che, da quello che sono riuscito a capire semplicemente stando il più vicino possibile al palco, rispondeva molto bene a tutte le frequenze (magari, come ho già detto, un po' troppo lo - fi). Ritornando al batterista un paio di considerazioni sui tempi: chiaramente dispari, più dispari possibili. Nonostante fosse il classico batterista fra Math e Core, riusciva ad incastrare tutte le complesse strutture metriche in qualcosa di molto gradevole. Per quanto riguarda la chitarra devo dire che sono molto combattuto. Allora, chiariamoci da subito: io suono il basso, la chitarra non mi piace poi troppo. Il problema della chitarra, secondo me, è che, molto spesso, è TROPPO ALTA ma non nel senso che ha un volume alto, nel senso che ha troppe frequenze alte! Questo è proprio il caso dei Topsy. La chitarra aveva un sacco di frequenze alte, inoltre era stritolata da quello che credo fosse un bel delay super - analogico (feedback a manetta) e un octaver bello morbido (credo). La chitarra era una bella mustang (o jaguar? non capisco mai la differenza..) ed era addirittura Squier credo. Oh ragazzi, intendiamoci, era un signor chitarrista e sparava delle soluzioni melodiche così ben incastrate all'interno di una canzone del genere che, credetemi, è raro trovare suoi pari. Il problema era piuttosto nella scelta delle tonalità, come vi accennavo prima la pasta sonora è forse troppo spinta sulle alte frequenze ma, ovviamente è questione di gusti e, nell'insieme, la cosa non si notava poi così tanto.

La cosa che mi ha VERAMENTE stupito però e stata il trovare, abbinato ad una super slim testata transistor di non so che marca (stiamo sempre parlando della chitarra), una super cassa HOPE 2x12. La domanda che ti faccio, caro lettore è ora una sola: Suoni? Conosci la marca di casse per chitarra/basso HOPE? Se la risposta è sì, la mia è BRAVO, se la risposta è NO, la mia è VAI IMMEDIATAMENTE  a cercarle su Facebook (il sito ufficiale è un tantino carente).
Se vuoi una mano basta che guardi qui sotto (vi avviso che se su google imago scrivete HOPE CABINETS vi saltano fuori solo cucine) (beh anche se scrivete HOPE LAB non è che la situazione migliori). Puoi trovare la pagina facebook della Hope Custom Lab proprio dove c'è scritto Hope Custom Lab. Qui sotto puoi trovare un bellissimo manufatto (sono tutte fatte artigiANALmente).

L'ho messa in grande perché è una bomba. Inoltre è la
cassa del bassista degli Zeus! (proprio lei).

Ma che cazzo c'entra questa parentesi con tutto il resto? C'entra eccome, visto che, dopo aver prontamente acquistato tutto il materiale dei Topsy (un bel disco colorato e un poster del release party), ho intrattenuto una piacevole conversazione musicale prima con il batterista poi con il batterista e il chitarrista: abbiamo parlato di varie cose, la loro conoscenza della scena fiorentina, l'amicizia con alcune band particolari, concerti e altre amenità ma sopratutto le casse HOPE. Ho infatti scoperto che sono tutti molto amici del titolare onemanband della hope, anzi, il chitarrista (che produce pedali) lavora pure con lui! Dunque amici, posso assicurarvi che, se volete una cassa HOPE per il compleanno, cadete sul morbido perché sono delle bombe e lui lavora come non ci fosse una domani! Costano un pochino ma i soldini li valgono tutti.


Torniamo ai Topsy: prima di chiudere definitivamente il post con una piccola ed estemporanea chicca (che nulla c'entra con i Topsy the Great in realtà) voglio condividere con voi il materiale acquistato! :
-  Un bel disco molto colorato (come detto prima un lighting bolt praticamente). Il disco aggiunge molto alla mia esperienza live perché, dopotutto, è pur sempre un disco registrato e un disco registrato suona meglio di un'esibizione live (per quanto non abbia la carica visiva chiaramente). Comunque un disco molto fedele all'esibizione live e viceversa.
-Un fantastico poster del Release party del disco in questione. Il release è stato fatto guarda un po' al capanno black out, uno di quei posti che ti saltano sempre fuori (assieme a Bronson, Circolo degli artisti, Magnolia, Angelo mai, Dal verme et al.) se segui la musica indipendente italiana. Il poster è davvero fantastico: raffigura quello che sembra un pagliaccio malefico intento a le cose male fare.
Ora le foto. MAD.

Eccolo qui. Mi sono dimenticato di dirvi che il disco
si chiama FAMPOR. CHE IMMAGINE GIGANTESCA.

Ecco qui la locandina, già appesa sopra
il mio lettino, tanto per farmi compagnia.

Chiudiamo il post con una cosa molto molto carina che ho scoperto proprio oggi. Questa mattina, mentre stavo ascoltando per l'ennesima volta il live in Dublin dei DAiKiRi (eh sì ragazzi, mi hanno davvero affascinato), ho scorto a lato il live in una specie di baracca di un gruppo chiamato TotorRo. Oh ma ce l'hai con sti gruppi con i nomi di merda però! È proprio la verità. Comunque mi raccomando anche in questo caso rispettate le maiuscole e le minuscole.
Le coordinate prettamente geograFICHE sono, anche in questo caso, d'oltralpe. Mi sto davvero ricredendo su questi gruppi francesi. Sapevo che c'erano un sacco di realtà validissime ma, evidentemente, ce ne sono di più!.! Sembra proprio che ci siano molto TOTORRO in giro per la francia. Non preoccupatevi, quelli più DEAFHEAVENiani sono quelli che state cercando. E ho detto tutto. Anzi, meno black metal più HC e magari anche più post - rock. Ecco, adesso ho detto tutto.
Per farvi avere un'idea del malessere che provocano, vi mando per direttissima la loro pagina BancCamp. CASJDFKJASVNL. È presente un solo album completo e un piccolo Ep. Ascoltatevi l'album dal nome "All Glory to John Baltor" la cui copertina recita più o meno così.

CHE MALE.

Direi che il post è decisamente finito qui. Bella lì abc. Proprio l'altro giorno stavo ideando una .gif da inserire: raffigurava una bellissima modella nella sua metamorfosi da bellissima modella ad ammasso di liquame nerastro, complice il liquame nerastro che, durante la progressione della .gif, le esce da ogni orifizio facciale. Ciao.

Post scritto, poi ispirato, poi inspirato violentemente, poi starnutito, poi anteprima, poi pubblicato con calma, sotto la guida illuminata di:

- Ancora DAiKiRi ma questa volta il loro album, DALILA, in streaming dal loro BandCamp.
- TotorRo - All Glory to John Baltor (album completo).
- Praticamente basta direi. 

lunedì 24 marzo 2014

RRRRIIII

Questo sarà molto probabilmente il post più breve del blog (fino ad ora) ma dopotutto ieri è successa una cosa e voglio togliermi lo sfizio di condividerla con voi (voi chi?).
Ok oggi parliamo di Francia. Voglio confessarvi una cosa: i Francesi non mi STAVANO molto simpatici. O meglio, non mi stanno ancora molto simpatici ma almeno ho conosciuto dei francesi moolto simpatici quindi, facendo una media, la situazione migliora. 
Avevamo parlato, molto tempo fa, dei LSB ovvero Le Single Blanc, un trio di schizzatissimi francesi DUE bassi e una batteria: la roba che mi manda fuori di testa. 
Allora, a questo punto, uno potrebbe legittimamente pensare: beh ci torna a propinare un altro noiosissimo post su LSB scartavetrandoci i coglioni con le solite cose. 

Beh, già che parliamo di Francia.

Ottima osservazione, la mia risposta è: vero ma non proprio.
Quello che facciamo oggi, all'alba di un mio esame universitario (ho scoperto che scrivere sul blog aiuta a domare lo stress pre - esame), è parlare BREVEMENTE (ve lo prometto), di un gruppo che molto ha a che vedere con LSB ma che LSB non sono.
DAiKiRi - oh, mi raccomando, scritto proprio così, rispettate le maiuscole e le minuscole. 

Loro non hanno rispettato le maiuscole.
Comunque invece che mettervi una foto
del gruppo vi metto questa.
Per farvi capire.

Che cazzo c'entrano questi con LSB? Per esattamente il 50% non c'entrano assolutamente nulla. Per il 50% rimanente c'entrano eccome. La risposta a questa intricata frase sarebbe facilissima se voi ovviamente conosceste i DAiKiRi. 
Vi illumino: questo DUO, BASSO E BATTERIA (ma che bomba), è composto per il 50% da uno dei due bassi dei LSB (ecco svelato il misteryo) e per il 50% da uno dei membri dei Myster Mobius (con la dieresi sulla o per piacere). 
Le coordinate per questo gruppo sono: ritmi a caso e voce falsettata alla single blanc. Guardate, sono una bomba atomica, anche perché hanno brani veramente da una manciata di minuti, tutti da tachicardia, tutti intricatissimi, tutti pieni di groove e barba (il bassaro è quello molto peloso dei LSB, non l'altro). Dopo vi posto un bellissimo video live - studio ma, giusto per darvi una sugosa anticipazione, vi dico che all'interno del video c'è una traccia talmente incredibile che è composta essenzialmente da UN riff solo. UN CAZZO DI RIFF SOLAMENTE. Questo è distorto, octavizzato con il whammy, sostenuto da diversi ritmi di batteria, pestato, diminuito, cambiata l'intonazione, cambiata la diteggiatura ma rimane sempre QUEL FOTTUTISSIMO RIFF DI MERDA. Ed è una bomba. È così ripieno di groove che uno può farci quello che vuole, rimarrà comunque una bomba atomica nel culo. Questa canzone si chiama IKEA, date un ascolto.  

Ora, se dei LSB abbiamo già parlato abbondantemente, non vorrei sbagliarmi dicendo che i Myster Mobius non è che fanno cagare (assolutamente no) ma non mi sarei mai aspettato un gruppo del genere (questo sì). Allora non saprei neanche cosa dire in realtà: c'è il tipo che suona il basso che cazzo suona in tapping. IN TAPPING. Ok va bene, bravi, molto bravi, tutto quello che vuoi, però fra loro e LSB c'è veramente un ABISSO COSMICO. Chiaramente se sono loro ma penso seriamente di sì. Quello che di sicuro non mi fa quadrare molto il cerchio è il fatto che del batterista dei DAiKiRi (che ho scoperto essere anche un coktail e una razza di cane) non è dato sapere il nome e quindi non è dato sapere nemmeno quale dei Myster Mobius egli sia (non credo sia il batterista ma boh).
Tutto un mistero, fatto sta che i DAiKiRi spaccano durissimo, chisseneincula da dove vengono. 

Come vedete sopra hanno suonato anche con i carissimi Zeus! (il ! è una bomba). Tutta questa basso-e-batterità mi fa davvero un bellissimo effetto di felicità.

Questo è davvero il post più breve (fino ad ora).
Ultimo appunto: adesso metto un video che riprende i DAiKiRi mentre suonano in un contesto live - studio, in questo posto a Dublino. Anche i Don Vito hanno un video simile, nello stesso posto. Dei Don Vito avevamo già parlato una volta, molto validi. Questa coincidenza fa molto riflettere sul legame che unisce DAiKiRi, LSB, Don Vito (e anche tutta la scena dei Bogong di cui abbiamo parlato). Coincidenze dure.
Ad un certo punto, durante il video, il batterista fuma.



Potete benissimo ascoltare (ma purtroppo non scaricare) l'ultima fatica dei DAiKiRi attraverso la loro pagina bandcamp . Ciao.

Post scritto, letto, riletto, anteprima e pubblicato sotto il magico influsso di:

Vari brani dei DAiKiRi
Il video qui sopra per intiero
Alcune cose dei Myster Mobius - Boh

Guidatore di Ixat.

Per uno che mi conosce almeno un pochettino sarà facile decifrare l'intricatissimo messaggio in codice contenuto nel titolo. Niente di più complicato: "Taxi Driver Records", etichetta incredibilmente valida di Genova della quale adesso andiamo a raccontare qualcosina!.

Perderlatesta.

Tutto comincia qualche tempo fa, il luogo della vicenda è camera mia, il cosa della vicenda è Rumore. Una buona parte delle scoperte musicali che faccio vengono in realtà filtrate dall'interfaccia "Rumore". Questo è contemporaneamente un limite e una grande potenzialità. Per fortuna ho altri canali di comunicazione con i quale poter coprire quello che la rivista non copre. 
Tanto per essere chiari e anticiparvi praticamente qualunque cosa, vi posto direttamente la foto dell'articolo (recensione per meglio dire) incriminato.

Come si può vedere la foto è stata modificata
con un filtro simil vintage e aggiunta di bordino retrò.

Eccoci qua dunque: io apro rumore e, sfogliandolo arrivo alla parte delle recensioni relative all'ambiente metal-e-affini (ormai solo un trafiletto). L'occhio NON può NON cadermi sulla recensione dei MOPE, targati taxi driver appunto, con voto 9/10. Allora, il voto 9/10 non è così comune neanche su rumore quindi una domandina me la sono anche fatta. Perché Rumore, che è una rivista della quale tutto sommato mi fido abbastanza, affida un voto così alto e al contempo impegnativo all'album di debutto di questi fantomatici MOPE? Potrei darvi subito la risposta. La risposta è: perché sono delle bombe. C'è poco da fare, i MOPE sono delle bombe atomiche. Questo lo dice Rumore, ok, ma lo dico anche io, ve lo assicuro.
Allora definiamo un pochino tutte le coordinate.
Prima cosa, i MOPE.

Dei MOPE si conosce abbastanza poco in realtà. Le notizie trapelano sopratutto attraverso sporadici spiragli mediatici (vedi Rumore), oppure molto più frequente attraverso il portale facebook / bandcamp / altro, del "Taxi Driver Records". E' proprio qui che sono andato a ricercarmi le informazioni. 
I MOPE sono: Fabio Cuomo alla batteria, Stefano Parodi al Basso (Vanessa Van Basten), Jessica Rassi alla Guitarra (Giant's Lab) e la mastodontica Sara Twinn al Saxophone (Folagra). Del monolitico Fabio Cuomo ho volutamente cancellato il progetto parallelo per non mettere troppa carne al fuoco. Comunque! Come potete vedere tutti questi soggetti di comprovata bravura hanno dei progetti paralleli sia musicali (Vanessa per esempio), chi squisitamente artistici (Giant's Lab).
Per farvi capire che musica fanno i MOPE cerco di evocare in voi delle immagini: immaginate i più oscuri suonatori dark jazz (roba da Mount Fuji per capirci) che fanno una jam sul bordo estremo del mondo assieme non tanto ai Sunn O))) che cita rumore, bensì a qualcosa di più definito, non lo so, magari gli Ufomammuth più astrali. Ecco, questi sono i MOPE. Roba da esplosione immediata di cervello. Roba da 10/10, altro che 9/10.
In realtà Rumore ha anche ragione, ascoltando il disco interamente c'è qualcosa nella produzione che non mi convince proprio del tutto: alcune parti non sembrano mixate adeguatamente bene e, alle volte, la tensione evocata dalla musica sfuma semplicemente per questi piccoli errori. Sì, ok, sono pur sempre errorini che cambiano il voto di UN misero punto, comunque alla soglia dell'eccellenza. Ad ogni modo il materiale c'è, probabilmente con una produzione migliore avrebbero acquisito quel minimo tocco in più. Perfetti comunque.

Ecco i MOPE.

Perchè stiamo parlando dei MOPE? In realtà stiamo parlando di loro perché fulcro catalizzatore di un movimento neuronale avvenuto nel sottoscritto.
La prima parte del movimento l'abbiamo descritta all'inizio del post: io leggo Rumore e scopro i MOPE. Abbiamo anche descritto i MOPE. Ora il secondo passaggio è fare un passetto in più: dopo l'epifania dei MOPE mi sono chiesto perché questa "Taxi Driver Records" mi suonasse così familiare. La risposta è ubicata nelle prossime righe.

Allora, la Taxi Driver Records è una FIGHISSIMA etichetta discografica dell'underground italico situata a GENOVA. Devo dire che Genova è una città che mi affascina moltissimo, pur non essendoci mai stato. La TDR è un'etichetta specializzata in musica estrema a 360°: Crust, HC, Black metal, Stoner, Doom in particolare. Se siete amanti dei piccoli fornitori di dischi indipendenti date un'occhiata al sito "shop" perché possiede anche un fornitissimo Distro con alcuni pezzi davvero speciali.
Ad ogni modo, oltre a rifornire amanti di dischi della loro personale droga, la TDR produce una serie di perle davvero preziose nell'underground. Pensate che, nell'ormai lontano 2011 o 2012 al massimo, quando ancora a Codroipo esisteva lo Shack Club, avevo avuto (per pochissimo tempo causa ancora debole voglia di muovermi per sentire la musica) l'idea di recarmi a visionare il concerto di questi Stoneroni con la Barbona chiamati Ghandhi's Gunn.
Tanto per darvi un'idea, i Ghandhi's Gunn ora si chiamano ISAAK (come la canzone dei Baroness) e sono, per fortuna, rimasti Stoneroni con la Barbona (forse ancora di più). Questi ISAAK fanno il classico stoner mistico desertico, intro con il riverbero a mille e poi si spacca tutto, con qualche feedback qua e là. Così può sembrare un po' stupidina come descrizione ma vi assicuro che gli danno tantissimo. Provare per credere.
E allora che cazzo ci azzeccano gli ISAAK con tutto il discorso prima: semplice, sono anche loro di Genova e sono anche loro prodotti (in parte) dalla TDR (dovrebbe addirittura essere gestito da uno di loro ma non sono sicuro).

L'ho messo grande perché è una bomba di artwork.
Se non sbaglio è un lavoro di SoloMacello.

Diciamo che il quadro comincia a chiudersi.

Allora facendo il punto della situazione: abbiamo descritto l'inizio della vicenda, abbiamo descritto i MOPE, abbiamo descritto la TDR che io conoscevo però già attraverso i Ghandi's Gunn (ora ISAAK) che abbiamo prontamente descritto.

L'ultimo tassello della storia è sicuramente quello più importante, perché mi coinvolge direttamente come spettatore.
Verso la fine dell'anno scorso (2013) o giù di lì comunque, è uscito, sempre per TDR (ma all'epoca non me ne sono nemmeno accorto) un disco che ha letteralmente distrutto la critica, tanto era incommensurabilmente bello: EREMITE - DRAGONARIUS.
Allora, parlandoci proprio chiaro, se dovessi fare una brevissima recensione di questo disco, non ce la farei, davvero. È TROPPO BELLISSIMO.  Ma è proprio oltre l'immaginario della bellezza: trascende. Ora, vi ricordate che avevo cancellato il progetto parallelo di Fabio Cuomo, batterista dei MOPE? Adesso dovrebbe essere abbastanza facile capire il perché. Fabio Cuomo È gli EREMITE. Fa tutto lui, suona batteria chitarra basso e pure canta, facendo tutto terribilmente bene. Diciamo che è una persona dalle molte doti.
Orbene, facendo un grandissimo mea culpa devo assolutamente confessare che, oltre ad essere rimasto estasiato per qualche giorno e ad aver ascoltato una o due volte Dragonarius, non ho approfondito molto e, dopo poco tempo, mi sono dedicato ad altro. Questa è una mia colpa. Per fortuna il fato, che questa volta mi ha sorriso moltissimo, ha fatto sì che, nella serata del 15 marzo (più o meno una settimana fa) programmata al Cas'aupa con un validissimo gruppo Noise Rock (Bad apple sons), qualche genio chiamasse GLI EREMITE che erano in Day off dalle parti del Veneto. Quando ho letto, sulla pagina Facebook dell'evento, che gli EREMITE avrebbe suonato A CASO al cas'aupa, devo essere (s)venuto più volte. Dopotutto, pur non avendoli di fatto ascoltati con tantissima attenzione, ho comunque apprezzato moltissimo il disco ed ero chiaramente consapevole dell'impatto live di una band del genere.
Dopo aver organizzato tutto all'ultimo parto per Udine, mi concedo un concerto precedente di alcuni miei cari amici, I FLUM (validissimi, cercateli su bandcamp: flum - burning scenario ep) e poi, dopo aver filtrato un mare di birra mi sparo al Cas'aupa.

Ok, c'era poca gente (non c'era nessuno) ma chissene incula, ho già manifestato il mio dispiacere in altre sedi. Il concerto decolla dopo un po'. I tre si posizionano (e sì, dal vivo non può suonare tutto lui) e, aspettandomi il solito feedback iniziale, mi accomodo sui divanetti per diluire un po' la stanchezza e la mina. Niente di più sbagliato, altro che feedback, partono con un riff di batteria macina ossa su cui si inserisce il basso (SUONATO DA UNA DONNA) leviga faccia. Apoteosi. Tutto il concerto l'ho passato digrignando i denti per non far uscire il cervello della bocca. Ho detto tutto. Quando, nel mezzo del riff black per antonomasia con doppia cassa e tremolo picking Fabio spara un 7/8 stoppato sul crash sono talmente incredulo che mi metto a ridere da solo. IMPOSSIBILE.
Più di così non saprei come descrivere un'esperienza del genere. Ah sì, sappiate che gli EREMITE fanno un validissimo miscuglio fra Black Metal Doom e Sludge. Provare per credere.

L'ultimissima parte della storia è solo una divertente appendice. Dopo aver ascoltato anche i Bad Apple Sons (che gli hanno dato ma io ero troppo preso dal ricordo degli Eremite), torno su al piano di sopra per comprare una maglia e un disco. Fatto l'affare mi congedo e mi preparo al rientro, gongolando sui miei nuovi acquisti. Prima di andare via saluto il deux ex machina della serata (quello che ha chiamato gli EREMITE) e, consapevole della sua sconfinata cultura musicale gli ricordo dell'esistenza dei MOPE (che qualche giorno avevo appunto letto su Rumore). Lui mi fa gentilmente notare che gli EREMITE hanno con loro alcuni dischi dei MOPE. FUORI DI ME vado nuovamente a rompergli il cazzo per un disco dei MOPE e loro, stupiti dalla mia richiesta, mi chiedono che tipo di associazione neuronale io abbia fatto per fare una domanda del genere. Io biascico qualcosa sulla TDR e per tutta risposta, il Buono e Monolitico Fabio Cuomo mi fa gentilmente notare che anche lui suona nei MOPE.

TUTTO IL CERCHIO È COMPLETO.

E poi uno non deve essere contento.

Me ne vado a casa in bici, storto ma felice.

Colonna Sonora:
Tutto il debutto dei MOPE
Eremite - Dragonarius
BeeHoover - Pain Power
Dead Rider - Touchy (praticamente a ripetizione)

domenica 23 marzo 2014

IAA.

Bella questa.

Voglio approfittare di questo momento di relax quasi notturno, camomilla e televisione in sottofondo, per parlare di un piccola parte dell'underground italico che molto mi sta a cuore. 
Per piccola parte dell'Underground italico io intendo gli OvO.
Perché, vi starete domandando, questo qui parla di "piccola parte" e poi mi cita solo una microscopica realtà? Fondamentalmente perché, analizzando tutta la storia clinico - musicale del duo, ci si imbatte inevitabilmente in tantissime realtà della penisola (e non solo). Questo quindi potrebbe essere visto come un post molto ambizioso. In realtà è solo un piccolo spunto per poi partire con approfondimenti specifici.

Partiamo con i concetti basilari ovvero la bio degli OvO.
Occhio ragazzi, questo posto serve anche un po' a me per tirare le fila di tutto la mia visione delle cose e, perché no, imparare qualcosa. Per esempio la Bio degli OvO non l'ho mai approfondita con attenzione. Andiamo a scoprirla assieme.

OvO all'epoca di Cor Cordium

Gli OvO nascono all'incirca nel 2000, in una parte imprecisata d'Italia e sono formati da Bruno Dorella e Stefania Pedretti. Dal 2001 cominciano a pubblicare una serie numericamente molto importante di album, facendosi pian piano largo nel panorama Underground italico ma anche internazionale.
La discografia essenziale la potete ricavare da qualsiasi sito che tratta di musica, basta scrivere OvO su google. Io devo ammettere di aver cominciato a seguirli e apprezzarli un po' tardino, diciamo pure in concomitanza con l'uscita di Cor Cordium, il loro penultimo lavoro in studio.
Le primissime uscite, dominate dal caos, sono risalenti ai primi anni '00 e, lo scopro ora, sono tutti sotto Bar la Muerte, etichetta indipendente italiana fondata e guidata proprio da Dorella.
Ecco qui il concetto su cui volevo porre l'attenzione: già dalle prime righe si nota una trasversalità incredibile parlando degli OvO.
Bar la Muerte è stata, in realtà, un'etichetta discografica attiva dal '99 al '12. Il suo fondatore e principale gestore, Dorella appunto, ha deciso la sua chiusura credo, e spero, non tanto per motivi legati alle difficoltà del mondo della musica, quanto per sua impossibilità nella gestione, visti i suoi numerosi impegni come musicista.
Dorella fonda l'etichetta nel '99 appunto, dopo aver lasciato la band Wolfango, band dedita a post - punk piuttosto particolare, di matrice tutta italica, in cui militava come batterista. Approfondimento consigliato. La creazione dell'etichetta è dovuta sopratutto ad una sua volontà di approfondire gli aspetti di produzione e promozione.
Con Bar la Muerte pubblica una serie incredibile di dischi di successo: i Ronin seminale band post - rock - ambient italica in cui milita come chitarrista, i Fuzz Orchestra, che sicuramente tratterò la prossima volta che vado a sentirli, in cui milita il batterista degli Zeus!, gli Zeus! stessi dei quali Dorella, assieme ad altre etichette, pubblica l'esordio, ovviamente i primi lavori degli OvO e, tanto per chiudere un po' il quadro, anche i Nadja, duo canadese dedito a sonorità vicine al Doom e al Post Metal.
Di tutti questi bei gruppi io consiglio ovviamente l'ascolto. Considerate ovviamente che l'etichetta è chiusa ormai da due anni ma, fortunatamente, è ancora possibile acquistare alcuni pezzi rimasti nel catalogo online, facilmente reperibile qui.

Sempre parlando della vita artistica di Dorella non possiamo fare un quadro delle sue collaborazioni più importanti: oltre a far parte degli OvO appunto, oltre ad aver formato l'etichetta Underground Bar la Muerte, oltre ad aver militato in Bugo e Wolfango e far parte attualmente dei Ronin, il nostro è parte integrante dei Bachi da Pietra. Proprio così, i Bachi. Ne abbiamo già parlato nel posto dedicato alla Tempesta al Rivolta. Ne abbiamo parlato ovviamente benissimo.
Quindi è abbastanza evidente, ormai, come la vita artistica degli OvO (in realtà per ora del solo Dorella), sia legata saldamente a tutta una serie di altre realtà musicali italiche (e non).

Per quanto riguarda Stefania Pedretti, al contrario di Stefano, ho avuto le mie difficoltà nel richiamare alla mente le informazioni (che non c'erano neanche). Mi sono quindi affidato all'internet. Ho scoperto che, oltre ad avere un progetto sperimentale solita, Alos, prima di far parte del duo OvO, ha militato in una formazione, credo tutta al femminile, chiamata Allun, band dalla forte carica sperimentale, nella quale già si sentono i primi echi di OvO. Stefania nella sua precedente formazione suona la chitarra e canta.


Non è molto difficile, confrontando il progetto presente e passato, riconoscere una continuità molto evidente. In realtà negli OvO Stefania, in qualche modo, osa di più, sia dal punto di vista vocale che strumentale. Niente di male, sono solo due cose diverse. Consigliate ovviamente, così come sono consigliate TUTTE le band italiane '80 '90 '00 TUTTE al femminile di cui magari, un giorno, faremo una bella analisi (Agatha in primis).
Per Stefania in realtà il discorso si chiude qui, con amarezza, non lo nego. Purtroppo non ho trovato molte info ma prometto, approfondirò la questione.

[...] ma torniamo a parlare di OvO praticamente dopo due mesi di silenzio da tastiera [...]
Vi informo che in questo lasso di tempo ho accumulato talmente tante cose da scrivere che chiuderò questo post con estrema rapidità e mi concentrerò su qualcosa di più stimolante.

Bene, dopo aver superficialmente approfondito l'esperienza musicale dei singoli componenti, parliamo veramente e decisamente di OvO. Che cazzo fanno? La musica degli OvO viene etichettata da loro stessi come "Minimal Extreme Metal", definizione tratta direttamente dalla loro pagina Facebook. Secondo il mio particolare gusto musicale, li definirei più come "Extreme Minimal Grind Noise Metal", anche senza metal in realtà.  Questo perché il rituale di depravazione e violenza sonora che portano sul palco e su disco è così annichilente, così destrutturante e così trasversale, che solo una definizione del genere può descriverli completamente.
Io faccio atto di penitenza nell'affermare che, degli OvO, conosco davvero bene solo gli ultimi due album, posto che le prime produzioni sono davvero Avant, anche per il mio gusto.
Di fatto in questo ultimo pezzo di post verrà dedicato più o meno interamente a "Cor Cordium", più in particolare a "Abisso" e, ovviamente, alla loro magnifica attività live.

"Cor Cordium" è il penultimo disco del combo, un Full Lenght in particolare.
Il disco è formato da 10 componimenti, 10 ballate elettriche, alle volte psichedeliche, alle volte oscure e sfuggenti, il più delle volte dirette, distorte, urlate, sofferte. Emblematico il singolo, "Marie" in cui Stefania mostra davvero gli artigli, lacera la carne, distrugge l'ascoltatore. Provare per credere.
Le restanti composizioni sono tutte sulla stessa linea, anche se sono presenti alcuni brani che superano i 7 minuti di durata e affondano le radici in malati vortici mid tempo di matrice doom. Diciamo che Cor Cordium è, in definitiva, IL disco conclusivo della carriera (al tempo) decennale degli OvO, ne più ne meno. Questo "tirare le somme" è fondamentale per capire la successiva evoluzione.

Occhio signori che l'art - work credo proprio sia Malleus.
Ne parleremo spero.

Nel tour di presentazione di "Cor Cordium" (e di fatto anche fino all'arrivo di "Abisso", quando li ho visti da vivo) gli OvO si presentavano mascherati, lei con una semplice mascherina da carnevale ma abbigliata in modo succinto ed eccentrico, lui con una maschera da lottatore (la foto sopra). La performance era istintiva, PRIMITIVA quasi. Ricordiamo che Dorella suona in piedi senza cassa e Stefania alterna al basso la chitarra, sempre con la stessa micidiale voce e la stessa micidiale resa sonora.  Delle macchine di distruzione, prive di logica, fatte solo di istinto e violenza. La cosa mi ha sempre affascinato. Quando li ho visti dal vivo è stata un'esperienza di delirio collettivo non indifferente, che ha POLVERIZZATO tutta il presunto fascino dei lavori in studio: GLI OvO DEVI VEDERLI DAL VIVO. e basta.

COMPLETAMENTE DIVERSO IL DISCORSO PER "ABISSO". No dai scherzo, non proprio COMPLETAMENTE diverso ma di sicuro un pochino.
Perché diverso? Se uno ascolta abisso dice: oh vabbè dai sembra uguale a quello prima, ci sono le chitarre distorte, la batteria che batte, il basso che fa il male e lei che urla parole a caso". Questa è decisamente una bella analisi, non c'è che dire, forse però è un po' superficiale. Quello che cambia rispetto al disco precedente è la diversa attitudine degli OvO nei confronti di loro stessi e della loro musica. Come se dicessero: "ok, abbiamo fatto la nostra carriera suonando come dei pazzi cavernicoli e facendo esplodere la testa delle persone, adesso? Adesso continuano a farlo ma lo facciamo con molta più maturità, forse anche consapevolezza". Questo è un discorso ipotetico ma che, pensandoci bene, si concretizza molto facilmente in alcuni aspetti del disco:
- La produzione e i suoni sono affidati all'ormai conosciutissimo Giulio "Ragno" Favero, bassista del TDO, Ex - Batterista nei Putiferio, Ex - Chitarra nei One Dimensional Man e, ovviamente, tecnico del suono e studio manager di consolidata fama (decisamente meritata direi). Il lavoro che Favero conduce all'interno di questo disco non è di CONDUZIONE, né di INVASIONE degli spazi del gruppo. Quello che opera in "Abisso" è un processo da una parte di modernizzazione delle sonorità, dall'altra di cristallizzazione di quella patina istintivamente Lo - Fi che caratterizza gli OvO. Non è invadente, Favero, fa solamente il suo lavoro, tremendamente bene.
- L'altra cosa fondamentale, in questo disco, è la ricerca del suono. Un esempio per tutti è la collaborazione con Rico degli Uochi Toki. Per chi non conoscesse gli Uochi Toki credo sia necessario un rapido ascolto di una produzione a caso. Rico, nel duo grind avant noise rap è QUELLO CHE FA I SUONI. Le basi, i suoni, i rumori che produce hanno evidentemente affascinato gli OvO, spingendoli così a arruolarlo come campionatore (la riproduzione live è comunque affidata alla batteria elettronica di  Dorella). Questo aspetto "elettronico" deve far riflettere moltissimo sull'evoluzione ENORME attuata dagli OvO.
- Anche l'aspetto dal vivo è molto variato: se prima avevamo primitiva violenza ora abbiamo oscura e sottile follia, gli abiti sono rigorosamente neri, accompagnati da scritte e linee tribali, oscuri simboli, abiti da cerimonia.

Nonostante queste tre piccole chicche di pura "modernità" e evoluzione, la base su cui Abisso si struttura è la base OvO per antonomasia: istintiva violenza che ti fa esplodere il cervello. Il fatto che la produzione di splendida e ci siano stralci di puro caos analogico non cambia molto il quadro finale, al massimo lo migliora (e anche di molto).

Abisso.

Purtroppo non ho ancora avuto il piacere e l'onore di sentire gli OvO dal vivo nel tour di presentazione di "Abisso" ma mi sto ancora mangiando le mani per una data persa a Graz assieme ai Mombu.
Per quanto concerne l'attività live ne abbiamo in parte già parlato. Più che farvi un live report del loro concerto al Cas'aupa (credo 2012 o inizio 2013) vi riporto integralmente (in inglese che fa più figo) la loro personale descrizione su Facebook (ve la metto pure in corsivo).

"Close your eyes. You may think Satan is singing. Open them: you’ll a small masked woman, with dreadlocks down the her ankles, and without vocal effects. Close your eyes again: you’ll think of a heavy metal double kick drum set. Open them again: a gigantic, wrestling masked man is torturino a floor tom, a snare and a cymbal, standing up, no kick. Two people, half gear, enough to bring Hell. This is OvO."


OvO